Più cyber-security e meno privacy: ecco la filosofia USA

La Camera dei Rappresentanti USA ha approvato il Cyber Intelligence Sharing and Protection Act (CISPA). In pratica consentirà ad aziende e istituzioni di condividere ogni dato utile alla cyber-sicurezza, compresi gli elementi sensibili degli utenti.

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a cura di Dario D'Elia

La Camera dei Rappresentanti statunitense ieri ha approvato CISPA (Cyber Intelligence Sharing and Protection Act) la nuova normativa che dovrebbe potenziare la cyber-security del paese mettendo in secondo piano le libertà civili. Con un voto di 248 a 168, per altro trasversale (206 Repubblicani e 42 Democratici), in pratica un ramo del Parlamento ha spianato la strada a una legge che riaccende i riflettori sul tema della sicurezza. Nel dettaglio si parla della possibilità per l'intelligence, come ad esempio la National Security Agency, e le aziende di condividere informazioni riguardanti ogni tipo di pericolo o attacco di carattere informatico

Il problema è che, come avveniva con la legge SOPA (Stop Online Piracy Act), agli Internet Service Provider non sarà richiesto di attuare alcuna protezione dei dati personali dei clienti. Una volta individuati malware, siti di phising, botnet o altro, ogni utente coinvolto (responsabile o estraneo ai fatti) subirà una violazione della privacy. Ogni suo pacchetto dati potrà essere diffuso fra gli operatori istituzionali e quelli industriali a scopo di cyber-security.

CISPA

Ovviamente le associazioni per i diritti digitali sono insorte, ma forse ha stupito di più la decisa presa di posizione della Casa Bianca. Ha fatto sapere chiaramente che si opporrà alla legge perché potrebbe "minare la fiducia del pubblico nel confronti del governo e di Internet, mettendo in pericolo i fondamenti della privacy, la riservatezza, le libertà civili e le tutele del consumatore".

I deputati sanno bene che questa indicazione non può essere sottovalutata poiché il Presidente ha pur sempre il diritto di veto sulle leggi. A questo punto è probabilmente che il compromesso possa essere raggiunto al Senato dove si sta già pensando a qualche emendamento che possa stabilire dei paletti alla libertà di divulgazione dei dati. Uno su tutti il fatto che l'eventuale violazione della privacy sia comunque soggetta al parere di un giudice.

"La Casa Bianca ritiene che il governo dovrebbe controllare Internet, definire delle norme e occuparsi di tutto ciò che serve per la sicurezza informatica", ha dichiarato John A. Boehner, Presidente della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti d'America. "Sono in campo da soli. Non possiamo avere un governo a capo di Internet".

La questione di fondo è che la "sicurezza nazionale" potrebbe essere usata come un passepartout o una parola magica per ogni evenienza. Si potrebbero giustificare azioni illegali anti-pirateria e in casi estremi censure online all'informazione. Insomma, gli inquirenti avrebbero a disposizione uno strumento potente per ottenere informazioni e dati di cittadini aggirando ogni garanzia prevista dalla Costituzione.