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Quanti canali deve avere una buona soundbar?

Quanti canali deve avere una soundbar per trasformare il salotto in un vero home theater e vivere film, musica e giochi in modo immersivo.

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Avatar di Antonello Buzzi

a cura di Antonello Buzzi

Senior Editor @Tom's Hardware Italia

Pubblicato il 06/10/2025 alle 10:00
In questo articolo
  • Cosa significa davvero il numero di canali in una soundbar?
  • Quali sono le configurazioni più diffuse di una soundbar e come si differenziano?
  • Qual è la configurazione ideale di una soundbar per film, musica e gaming?
    • Uso Home Cinema (Film e serie TV)
    • Uso musicale
    • Uso gaming
  • Come scegliere la soundbar giusta in base alla stanza e alle proprie necessità?
  • Quali tecnologie rendono una soundbar più completa ed efficace?
  • Quanti canali deve avere una buona soundbar per essere davvero efficace?
  • Quale soundbar scegliere?
    • LG SQC2
    • Samsung HW‑S800D/ZF 3.1.2
    • Sony BRAVIA Theatre Bar 9
In questo articolo
  • Cosa significa davvero il numero di canali in una soundbar?
  • Quali sono le configurazioni più diffuse di una soundbar e come si differenziano?
  • Qual è la configurazione ideale di una soundbar per film, musica e gaming?
    • Uso Home Cinema (Film e serie TV)
    • Uso musicale
    • Uso gaming
  • Come scegliere la soundbar giusta in base alla stanza e alle proprie necessità?
  • Quali tecnologie rendono una soundbar più completa ed efficace?
  • Quanti canali deve avere una buona soundbar per essere davvero efficace?
  • Quale soundbar scegliere?
    • LG SQC2
    • Samsung HW‑S800D/ZF 3.1.2
    • Sony BRAVIA Theatre Bar 9
  • Cosa significa davvero il numero di canali in una soundbar?
  • Quali sono le configurazioni più diffuse di una soundbar e come si differenziano?
  • Qual è la configurazione ideale di una soundbar per film, musica e gaming?
    • Uso Home Cinema (Film e serie TV)
    • Uso musicale
    • Uso gaming
  • Come scegliere la soundbar giusta in base alla stanza e alle proprie necessità?
  • Quali tecnologie rendono una soundbar più completa ed efficace?
  • Quanti canali deve avere una buona soundbar per essere davvero efficace?
  • Quale soundbar scegliere?
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    • Sony BRAVIA Theatre Bar 9
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Le soundbar sono diventate accessori indispensabili per migliorare l’audio dei televisori moderni. Sottili e facili da installare, offrono un suono più ricco e potente rispetto agli altoparlanti integrati nelle TV. Tuttavia, quando si valuta l’acquisto di una soundbar, ci si imbatte subito in numeri come 2.0, 2.1, 5.1, 7.1 e persino 5.1.2 o 7.1.4, che indicano i “canali” audio supportati. Ma cosa significano questi numeri e quanti canali dovrebbe avere una buona soundbar? In questo articolo approfondiremo il tema, spiegando in modo chiaro cosa sono i canali audio, quali configurazioni esistono e come scegliere la soundbar giusta in base all’uso (film, musica, gaming), allo spazio disponibile e alle proprie esigenze.

Analizzeremo i pro e contro delle varie configurazioni (dal semplice stereo 2.0 ai sistemi surround 5.1 e 7.1) e vedremo anche quali tecnologie aggiuntive – come Dolby Atmos o DTS:X – possono fare la differenza. Prepariamoci a scoprire quanti canali servono per ottenere un suono avvolgente e di qualità nel nostro salotto!

Cosa significa davvero il numero di canali in una soundbar?

In ambito audio, un canale rappresenta una sorgente sonora distinta destinata a uno specifico altoparlante (o gruppo di altoparlanti). In pratica, il numero di canali indica quanti diffusori separati vengono utilizzati per riprodurre l’audio su differenti direzioni o frequenze. Ad esempio, in un classico impianto 5.1 domestico sono presenti 5 canali “full-range” (che coprono l’intero spettro sonoro) più 1 canale dedicato ai bassi a bassa frequenza – da qui la notazione “5.1”, dove 5 è il numero di diffusori principali e .1 indica il subwoofer.

Nel caso delle soundbar, i canali sono spesso integrati nella barra stessa o abbinati a pochi elementi aggiuntivi (come un subwoofer esterno o eventuali speaker posteriori wireless). I produttori usano sigle come 2.0, 2.1, 3.1, 5.1, ecc. per descrivere la configurazione: il primo numero indica quanti canali principali (o amplificatori) sono presenti, mentre il secondo numero indica la presenza di un subwoofer dedicato Ad esempio:

  • 2.0 significa due canali (stereo sinistro e destro) e nessun subwoofer.
  • 2.1 significa due canali + un subwoofer (il “.1” appunto)
  • 3.1 significa tre canali (di solito sinistro, destro e centrale per i dialoghi) + un subwoofer.
  • 5.1 significa cinque canali (frontali sinistro/centrale/destro + due canali surround posteriori) + subwoofer.
  • 7.1 significa sette canali (come un 5.1 con in più due ulteriori canali surround posteriori aggiuntivi) + subwoofer.

Va ricordato che in un classico setup 5.1 i cinque diffusori sono collocati intorno all’ascoltatore: uno anteriore centrale (per i dialoghi), due frontali sinistro e destro (per musica ed effetti frontali) e due surround dietro ai lati dell’ascoltatore (per gli effetti avvolgenti), mentre il subwoofer riproduce le basse frequenze (LFE). Nel sistema 7.1, ai due surround laterali si aggiungono due diffusori posteriori aggiuntivi, ottenendo quattro canali surround distinti per una spazialità ancora maggiore.

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Oltre ai primi due numeri, alcune sigle presentano un terzo numero (ad es. 5.1.2 o 7.1.4): questo indica la presenza di canali “height” (altezza), ossia altoparlanti aggiuntivi che riproducono suoni provenienti dall’alto. Tali canali verticali sono tipici delle soundbar compatibili con tecnologie come Dolby Atmos o DTS:X. Ad esempio, una soundbar indicata come 5.1.2 possiede 5 canali orizzontali, 1 subwoofer e 2 canali verticali (solitamente tramite altoparlanti rivolti verso il soffitto che riflettono il suono). Questi speaker aggiuntivi creano un effetto audio 3D, contribuendo a un suono “tridimensionale” con effetti sopra la testa dell’ascoltatore.

Da notare che il numero di canali dichiarato per una soundbar non sempre corrisponde a diffusori fisicamente separati disposti nella stanza. Molte soundbar utilizzano più altoparlanti integrati in un unico telaio per simulare canali diversi tramite elaborazione digitale. Ad esempio, una soundbar 5.1 “all-in-one” potrebbe avere vari driver al suo interno orientati in modo da ricreare il suono dei canali posteriori senza diffusori esterni.

Alcuni modelli invece includono davvero speaker separati: ad esempio una soundbar 5.1 può venire venduta in kit con un subwoofer wireless esterno e due casse surround posteriori dedicate, offrendo così un vero surround fisico. In generale, comunque, più canali (ben gestiti) significano un audio più immersivo e realistico, perché permettono di distribuire i suoni nello spazio in modo più preciso. Nei paragrafi successivi vedremo le varie configurazioni in dettaglio, con i loro vantaggi e compromessi.

Quali sono le configurazioni più diffuse di una soundbar e come si differenziano?

Una soundbar 2.0 rappresenta la soglia d’ingresso: due canali stereo (sinistro e destro) senza subwoofer. È una scelta essenziale per chi desidera un miglioramento immediato dell’audio TV con maggiore chiarezza e separazione rispetto agli altoparlanti integrati. In ambienti piccoli offre risultati più che dignitosi, ma l’assenza di bassi profondi e di effetto surround la rende meno adatta a chi cerca immersività in film e giochi.

La soundbar 2.1 aggiunge il subwoofer (il “.1”) ai due canali frontali, portando un netto salto di qualità in termini di bassi e corpo sonoro. Per un uso quotidiano fatto di film, serie TV e musica, è spesso il miglior compromesso qualità/prezzo, perché unisce semplicità d’installazione a un suono più ricco e dinamico. Resta comunque un sistema frontale, perciò l’audio surround reale non è presente (se non in forma virtuale su alcuni modelli).

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Salendo alla soundbar 3.1, entra in gioco il canale centrale dedicato ai dialoghi, affiancato da sinistro, destro e subwoofer. Questa architettura è ideale per chi guarda molti film e serie: la voce resta nitida anche durante le scene più concitate, mentre il subwoofer garantisce impatto alle basse frequenze. Pur restando una scena principalmente frontale, la 3.1 è una scelta “intelligente” per un home cinema bilanciato, soprattutto se non si possono installare diffusori posteriori.

Con una soundbar 5.1 si passa al surround vero e proprio: tre canali anteriori (L/C/R), due canali surround e subwoofer. Che siano posteriori wireless dedicati o canali virtualizzati dalla barra, l’effetto è un campo sonoro avvolgente a 360°, perfetto per home theater e gaming. Richiede più spazio e un budget superiore, ma il guadagno in immersività è evidente: gli effetti laterali e posteriori aumentano il coinvolgimento, rendendo l’esperienza molto più cinematografica.

La soundbar 7.1 estende ulteriormente il concetto di surround aggiungendo quattro canali di ambiente (laterali + posteriori) ai tre frontali, più subwoofer. È una soluzione pensata per stanze medio-grandi e per gli utenti che desiderano posizionamento sonoro ancora più preciso. In termini pratici, è meno diffusa e spesso più costosa; in ambienti piccoli i benefici rispetto al 5.1 possono ridursi. Tuttavia, per i contenuti codificati in 7.1 e per chi cerca il massimo dell’immersività, resta un riferimento.

Qual è la configurazione ideale di una soundbar per film, musica e gaming?

Una “buona” soundbar dovrebbe rispondere al meglio alle esigenze di chi la usa. Il numero di canali ideale dipende dal tipo di contenuti che si ascoltano maggiormente. Analizziamo i tre scenari principali – Home Cinema (film/TV), ascolto musicale e gaming – evidenziando quale configurazione di canali è più indicata in ciascun caso, con relativi vantaggi.

Uso Home Cinema (Film e serie TV)

Per ricreare a casa un’esperienza da cinema, l’audio multicanale è fondamentale. Durante i film, infatti, un sistema con canali surround dedicati permette di percepire effetti come passi alle spalle, pioggia che cade tutt’intorno o il rombo di un aereo che sorvola la scena, immergendoci completamente nell’azione. Una soundbar con almeno 5.1 canali è consigliata per gli appassionati di cinema in casa, perché garantisce un coinvolgimento nettamente superiore rispetto a una barra solo stereo. Già una configurazione 3.1 apporta benefici importanti – soprattutto per i dialoghi, riprodotti dal canale centrale in modo più intellegibile – ma è con un vero surround 5.1 che si ottiene l’effetto avvolgente a 360 gradi.

I film e le serie moderne sono quasi tutti mixati in Dolby Digital 5.1 o formati simili, quindi disporre di un sistema 5.1 consente di ascoltarli così come sono stati pensati dai sound designer. Se poi la soundbar supporta formati avanzati come Dolby Atmos, anche i suoni verticali (come un tuono sopra la testa o un elicottero che vola) verranno riprodotti, aggiungendo un’ulteriore dimensione all’audio. Naturalmente, una soundbar surround richiede un budget maggiore e qualche accorgimento in più nel posizionamento, ma per un cinefilo il risultato vale la spesa: scene d’azione più realistiche, dialoghi chiari e colonna sonora avvolgente.

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Detto questo, non tutti hanno lo spazio o il budget per un 5.1 completo: una buona soundbar 2.1 o 3.1 resta comunque un enorme passo avanti rispetto all’audio del TV. Per visioni occasionali o ambienti piccoli, una 2.1 può bastare a dare soddisfazione (soprattutto se dotata di qualche modalità surround virtuale). In conclusione, per uso home theater: meglio puntare almeno a una soundbar con subwoofer e canale centrale (3.1) come base, e idealmente a un modello con canali surround reali o virtuali (5.1 o superiori) se si vuole il vero effetto cinema. 

Uso musicale

Se l’obiettivo principale è ascoltare musica, il discorso cambia leggermente. La stragrande maggioranza della musica (CD, MP3, streaming) è incisa in stereo (due canali), dunque una soundbar 2.0 o 2.1 di qualità può essere più che sufficiente per godersi appieno i propri brani preferiti. Anzi, molti audiofili sostengono che per la musica sia preferibile avere meno canali ma di migliore qualità, piuttosto che forzare un segnale stereo attraverso algoritmi di upmixing surround che potrebbero alterare il timbro originale. Una soundbar stereo ben costruita offrirà un’ottima immagine sonora e una chiarezza musicale elevata, ideale per generi come jazz, acustica o pop.

Se però si ascoltano generi che beneficiano di bassi importanti (es. elettronica, rock, hip-hop) è caldamente consigliata una configurazione “.1” con subwoofer, così da aggiungere quel punch sulle basse frequenze che i soli diffusori della barra non possono dare. Dunque, una soundbar 2.1 è spesso la scelta ottimale per l’uso musicale domestico: due buoni canali stereo per la scena sonora + sub per i bassi profondi.

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Detto ciò, esistono anche contenuti musicali multicanale: concerti in Blu-ray o DVD con tracce 5.1, oppure le nuove registrazioni in Dolby Atmos Music disponibili su alcune piattaforme streaming. Per questi contenuti, avere una soundbar con più canali (es. una 5.1 o addirittura una Atmos con canali height) può offrire un’esperienza d’ascolto unica, avvolgendoti con il pubblico e l’acustica del luogo. Se sei un appassionato di concerti live o vuoi sperimentare la musica in formato spaziale, potresti valutare una soundbar 5.1. 

In caso contrario, per la musica in stereo puro una 2.1 va più che bene, e anzi potresti preferire investire il budget in una soundbar stereo di gamma superiore piuttosto che pagare per canali aggiuntivi che useresti poco. Come compromesso, molte soundbar multicanale offrono modalità “musica” che concentrano l’output nei canali frontali per un ascolto stereo più fedele. In definitiva, la “bontà” di una soundbar per la musica sta più nella qualità dei diffusori e nella risposta in frequenza che nel numero di canali: assicurati di avere un subwoofer per i bassi e diffusori stereo di buon livello, e la tua libreria musicale suonerà alla grande anche con due soli canali.

Uso gaming

Per i videogiochi, specialmente su console di ultima generazione o PC, l’audio posizionale è spesso una componente fondamentale dell’esperienza. Immagina di giocare a uno sparatutto: sentire i passi di un nemico alle tue spalle o un’esplosione che arriva da destra può fare la differenza in termini di immersione (e prestazione di gioco!). Ecco perché, se sei un gamer appassionato, dovresti puntare a una soundbar con capacità surround. Una configurazione 5.1 è altamente raccomandata per il gaming, poiché molti titoli supportano l’audio multicanale e ti permettono di percepire chiaramente la direzione dei suoni nell’ambiente di gioco.

Con una soundbar 5.1 (o superiore) i rumori ambientali, i dialoghi e la colonna sonora di gioco vengono distribuiti su più canali, dandoti un vantaggio competitivo (nel caso di giochi multiplayer) e aumentandone il realismo. Se la soundbar supporta Dolby Atmos o DTS:X, l’esperienza può essere ancora più impressionante, con suoni che provengono anche dall’alto – ad esempio, il rombo di un elicottero nel cielo del gioco o la pioggia che cade intorno a te.

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Tuttavia, scegliendo una soundbar per gaming bisogna tenere conto anche di spazio e posizione: spesso si gioca abbastanza vicini allo schermo, e magari non c’è la possibilità di posizionare diffusori posteriori. In tali casi, può andar bene anche una soundbar 3.1 o 2.1 purché abbia un buon surround virtuale. Molti modelli offrono modalità audio speciali per i giochi, che enfatizzano i dettagli sonori importanti (come passi o spari) e ampliano artificialmente la scena sonora. Non sarà paragonabile a un vero 5.1, ma migliora comunque l’esperienza rispetto alle casse del TV. Va inoltre detto che per il gaming competitivo molti preferiscono le cuffie surround, ma se giochi sul divano e vuoi anche sentire i bassi delle esplosioni, una soundbar con subwoofer rende il tutto più divertente.

In breve: per il gaming ottimale scegli una soundbar multicanale (5.1 o Atmos) collegata via HDMI (meglio se ARC/eARC per ottenere audio surround non compresso) alla console/PC, in modo da sfruttare al massimo le tracce audio surround dei giochi. Se lo spazio è ristretto, verifica che la soundbar abbia almeno il supporto a DTS Virtual:X o tecnologie simili che creano un surround virtuale. In ogni caso, anche qui avere il canale centrale torna utile: in giochi di ruolo o avventura con molti dialoghi, le voci resteranno chiare e distinte dagli effetti circostanti. Dunque, una soundbar per il gaming dovrebbe avere un subwoofer (per i bassi dei giochi d’azione) e, idealmente, canali surround reali o virtuali per un audio direzionale preciso.

Come scegliere la soundbar giusta in base alla stanza e alle proprie necessità?

La prima variabile è la dimensione della stanza. In una stanza piccola o medio-piccola, una soundbar 2.1 o soundbar 3.1 di buona qualità offre spesso risultati più coerenti rispetto a sistemi più complessi: la distanza d’ascolto ridotta valorizza canale centrale e subwoofer, mentre i benefici di un 7.1 rischiano di annacquarsi. In un salotto grande o open space, invece, una soundbar 5.1 o soundbar 7.1 può “respirare” meglio: i diffusori posteriori trovano collocazione corretta e l’effetto surround risulta più credibile e avvolgente.

Conta molto anche la disposizione dei mobili e il punto d’ascolto. Se il divano è a ridosso della parete, posizionare altoparlanti posteriori può essere complicato; in questo scenario è sensato preferire una soundbar con surround virtuale ben implementato, magari con altoparlanti side-firing o up-firing per Dolby Atmos. Se invece puoi collocare due casse dietro il divano, un kit 5.1 con diffusori posteriori wireless eleva drasticamente la spazialità e la precisione direzionale rispetto a qualsiasi simulazione.

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L’estetica e la gestione dei cavi sono un altro discrimine. Se desideri un ambiente pulito, una soundbar all-in-one con surround virtuale riduce l’hardware visibile; in alternativa, il compromesso più apprezzato resta barra + subwoofer wireless (il solo cavo è l’alimentazione). Quando il posizionamento del sub è difficile, alcuni modelli integrano woofer interni: l’impatto scende rispetto a un subwoofer dedicato, ma l’ingombro è minimo. Se non ti spaventa vedere due piccoli satelliti in sala, un pacchetto 5.1 con rear inclusi offre l’immersività migliore.

La forma dell’ambiente influisce sull’efficacia delle riflessioni. Stanze con pareti laterali regolari e soffitto non troppo alto favoriscono Dolby Atmos e DTS:X tramite driver up-firing; spazi aperti su un lato o soffitti molto alti indeboliscono i rimbalzi, rendendo preferibile un surround con canali fisici. Qui la calibrazione automatica e i profili DSP (Cinema, Game, Music) aiutano a compensare l’acustica e a ottimizzare la resa senza interventi manuali.

Pesa, infine, la flessibilità nel tempo. Molti ecosistemi sono espandibili: parti da soundbar 2.1 o 3.1 e aggiungi in seguito diffusori posteriori per arrivare al 5.1. Questa via “step-by-step” tutela il budget e si adatta a traslochi o cambi d’arredo. Valuta poi la connettività: per sfruttare Dolby Atmos e tracce lossless su streaming o Blu-ray, il collegamento HDMI eARC tra TV e soundbar è preferibile; con l’ottico arrivi al 5.1 compresso ma non all’Atmos. Il consiglio è abbinare la lunghezza della soundbar alla larghezza del TV: oltre all’armonia estetica, l’ampiezza del fronte sonoro risulterà proporzionata all’immagine.

Quali tecnologie rendono una soundbar più completa ed efficace?

Quando si sceglie una soundbar, il numero di canali non è l’unico fattore determinante: esistono diverse tecnologie complementari che possono fare la differenza e trasformare un impianto semplice in un vero sistema di home theater compatto.

La prima da menzionare è senza dubbio il Dolby Atmos, spesso affiancato dal DTS:X. Questi formati audio di nuova generazione permettono di aggiungere la dimensione verticale al suono, grazie a canali height gestiti da driver up-firing che riflettono l’audio sul soffitto. Il risultato è un suono tridimensionale in cui si percepiscono chiaramente effetti provenienti dall’alto, come la pioggia che cade o un elicottero che sorvola la scena. Per chi guarda film in streaming o su Blu-ray con tracce Atmos, una soundbar Dolby Atmos o DTS:X rappresenta un investimento che eleva l’esperienza ben oltre il semplice surround tradizionale.

Fondamentale è anche la presenza di un subwoofer wireless. Avere un canale dedicato ai bassi cambia radicalmente l’impatto sonoro: le esplosioni nei film, i colpi di scena nelle serie o le linee di basso nella musica diventano più fisiche e coinvolgenti. Un subwoofer esterno separato dalla barra, meglio se collegato senza fili, permette di posizionarlo liberamente nella stanza e di ottenere bassi profondi senza complicazioni di cablaggio. Alcuni modelli offrono addirittura configurazioni con doppio subwoofer per chi desidera ancora più pressione sonora.

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Un altro aspetto da valutare è la possibilità di aggiungere speaker posteriori opzionali. Alcune soundbar nascono come sistemi 2.1 o 3.1 ma possono essere espanse a 5.1 con satelliti wireless, offrendo così un surround autentico. Questa caratteristica è preziosa per chi non vuole subito un setup completo, ma preferisce espandere il sistema in futuro. In alternativa, esistono soundbar con diffusori rear già inclusi, soluzione ideale per chi desidera fin dall’inizio un suono avvolgente.

Anche le funzioni di calibrazione automatica e i profili DSP giocano un ruolo importante. Modalità dedicate come Cinema, Music o Game consentono di adattare l’equalizzazione e la spazialità in base al contenuto, mentre i sistemi di calibrazione ambientale regolano i livelli dei canali in funzione della stanza, compensando riflessioni o distanze irregolari. Questo permette a una soundbar multicanale di offrire un’esperienza sonora personalizzata e ottimizzata, senza interventi manuali.

Infine, la connettività non va sottovalutata. Per sfruttare appieno Dolby Atmos e tracce lossless, è consigliato l’uso di una porta HDMI eARC, che supporta i formati audio ad alta risoluzione senza compressione. Le connessioni ottiche restano valide per il Dolby Digital 5.1 e DTS, ma non bastano per i nuovi standard. A questo si aggiungono funzioni smart come Wi-Fi e Bluetooth, utili per lo streaming musicale diretto da smartphone e servizi online.

Quanti canali deve avere una buona soundbar per essere davvero efficace?

Alla domanda “quanti canali deve avere una buona soundbar?”, la risposta non è un numero univoco ma dipende dalle abitudini di ascolto, dallo spazio disponibile e dalle aspettative di chi acquista. Una soundbar con subwoofer dedicato e, possibilmente, un canale centrale rappresenta oggi la base per un’esperienza soddisfacente: una soundbar 3.1 con dialoghi chiari e bassi profondi offre già un notevole salto di qualità rispetto all’audio integrato dei televisori.

Per chi desidera un vero effetto cinema in casa, il riferimento rimane la soundbar 5.1, capace di ricreare un suono surround avvolgente e realistico, soprattutto se abbinata al supporto Dolby Atmos o DTS:X, che aggiungono tridimensionalità e verticalità al soundstage. In un contesto di home theater domestico, questa configurazione è considerata da molti esperti il punto di equilibrio ideale tra semplicità di installazione e resa sonora immersiva.

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Diverso è il discorso per chi privilegia la musica: in questo caso una soundbar 2.1 di fascia alta, con una buona gestione stereo e un subwoofer ben calibrato, può offrire un ascolto fedele e potente senza la necessità di ulteriori canali. Per il gaming, invece, è consigliabile puntare almeno su un sistema multicanale 5.1, così da sfruttare pienamente l’audio posizionale dei giochi moderni e percepire in modo preciso la direzione dei suoni.

La scelta dipende anche dall’ambiente: in stanze piccole ha più senso privilegiare la qualità di una soundbar compatta 2.1 o 3.1, mentre in salotti ampi un sistema 5.1 o 7.1 può esprimere tutto il suo potenziale. Ciò che conta non è soltanto la quantità dei canali, ma anche la presenza di tecnologie complementari come il subwoofer wireless, gli speaker posteriori opzionali, la calibrazione automatica e le connessioni HDMI eARC, elementi che trasformano la resa sonora da buona a eccellente.

In definitiva, una soundbar con almeno 3.1 canali rappresenta oggi il punto di partenza consigliato, mentre una soundbar 5.1 con Dolby Atmos è la soluzione ottimale per chi cerca un’esperienza completa con film, musica e gaming. Oltre ai numeri dichiarati, è la sinergia tra canali, subwoofer e tecnologie avanzate a determinare la reale qualità di una soundbar, trasformando il semplice ascolto in un’esperienza immersiva e coinvolgente.

Quale soundbar scegliere?

Quando si arriva al punto pratico dell’acquisto, la scelta di una soundbar da affiancare al proprio televisore deve tener conto non solo del numero di canali dichiarati, ma anche di compatibilità delle tecnologie, facilità d’installazione e rapporto qualità/prezzo. Di seguito vi proponiamo tre modelli attuali con una scala di prezzo crescente. Ognuno offre caratteristiche interessanti per specifiche esigenze: dall’upgrade base all’esperienza più immersiva.

LG SQC2

Prodotto in caricamento

Questa soundbar 2.1 è pensata per chi vuole un deciso salto di qualità rispetto all’audio della TV senza entrare in configurazioni complesse. Grazie ai due canali frontali e un subwoofer dedicato, LG SQC2 restituisce bassi più profondi e dialoghi più intelligibili rispetto agli speaker integrati. È compatibile con formati standard come Dolby Digital, supporta HDMI ARC e connessioni Bluetooth, rendendo l’abbinamento con televisori recenti piuttosto semplice. In ambienti medio-piccoli, garantisce un suono ben bilanciato e sufficiente per film e musica di uso quotidiano.

Il suo punto di forza è nella praticità: non richiede diffusori posteriori, l’installazione è plug-and-play e il subwoofer può essere collocato liberamente nella stanza. Ciò detto, non può offrire un vero effetto surround ed è limitata nei contenuti con mix multicanale avanzati. Tuttavia, per chi cerca una soundbar adatta ad ambienti non troppo ampi con un budget contenuto, LG SQC2 è un candidato convincente.

Samsung HW‑S800D/ZF 3.1.2

Prodotto in caricamento

Samsung HW-S800D/ZF rappresenta un passo avanti rispetto a soundbar semplici: questa barra audio integra una configurazione che va oltre il classico stereo, combinando un design elegante con tecnologie moderne. Come modello intermedio, punta a offrire un’esperienza di ascolto superiore senza richiedere un setup troppo complesso.

Dal punto di vista tecnico, Samsung HW-S800D supporta Dolby Atmos grazie a driver “up-firing” integrati che proiettano il suono verso l’alto per simulare l’effetto di altezza. In questo modo, anche in assenza di diffusori posteriori reali, può restituire una sensazione tridimensionale nel corretto contesto ambientale. La connessione HDMI eARC permette il passaggio di segnali audio di alta qualità, inclusi formati Lossless e tracce Atmos non compresse, così da sfruttare appieno le potenzialità del sistema audio della TV. Anche il subwoofer wireless incluso assicura bassi profondi senza complicazioni di cablaggio fisico.

Sony BRAVIA Theatre Bar 9

Prodotto in caricamento

Per chi desidera il massimo da una soundbar all-in-one, Sony BRAVIA Theatre Bar 9 rappresenta una delle scelte più avanzate attualmente sul mercato. Questo modello integra ben 13 speaker in un unico corpo, con supporto a Dolby Atmos e DTS:X e con la tecnologia esclusiva 360 Spatial Sound Mapping, in grado di creare altoparlanti fantasma intorno all’ascoltatore e restituire un audio avvolgente senza la necessità di diffusori posteriori fisici. La resa vocale è potenziata da funzioni come Acoustic Center Sync, che trasforma il televisore BRAVIA in un canale centrale aggiuntivo, e Voice Zoom 3, pensata per migliorare la chiarezza dei dialoghi anche nelle scene più complesse. La compatibilità con Hi-Res Audio e con formati come 360 Reality Audio la rende ideale non solo per i film, ma anche per la musica ad alta fedeltà.

Dal punto di vista pratico, Sony BRAVIA Theatre Bar 9 è semplice da installare: basta collegarla via HDMI eARC e configurarla tramite l’app Sony BRAVIA Connect. Già così offre un’esperienza coinvolgente, ma la soundbar è espandibile con subwoofer wireless e diffusori posteriori opzionali, per trasformarsi in un sistema ancora più completo. La qualità sonora si distingue per dettaglio, spazialità e chiarezza, anche se i bassi profondi e la direzionalità surround raggiungono il massimo solo con l’aggiunta di moduli esterni. Per chi cerca una soundbar premium, capace di coniugare eleganza, semplicità e tecnologie di ultima generazione, Sony BRAVIA Theatre Bar 9 è oggi una delle migliori opzioni disponibili.

 

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