RAID Challenge: dischi da 2.5" contro dischi da 3.5"

Quattro drive SATA Fujitsu da 2.5" contro quattro modelli da 3.5". Come si comportano in configurazioni RAID?

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a cura di Patrick Schmid

2.5" Vs. 3.5" RAID

The 2.5" Vs. 3.5" RAID Challenge

Ogni volta che un amministratore di sistema necessità di più sicurezza e prestazioni dal sottosistema di archiviazione, immediatamente si rende conto che l'utilizzo di un singolo hard disk è semplicemente una soluzione non adeguata. Query multiple portano velocemente le prestazioni dell'unità al limite, e la possibilità di rottura del drive o la perdita di dati sono delle circostanze inaccettabili.

La strada più comunemente utilizzata per guadagnare affidabilità e prestazioni è quella di creare un array RAID (Redundant Array of Independent (or Inexpensive) Disks). Per crearne uno, tutto quello che è necessario è un controller e un appropriato numero di hard disk. Con queste risorse è possibile incrementare le prestazioni e allo stesso tempo diminuire le probabilità di rottura degli hard disk.

Nel passato le configurazioni RAID erano abbastanza costose, dato l'elevato prezzo dei dispositivi SCSI. Tuttavia, controller meno costosi basati su tecnologia IDE (UltraATA/100) sono ormai in circolazione da diverso tempo e ora sono disponibili anche quelli Serial ATA. Questi permettono di utilizzare hard disk meno costosi, veloci e di elevata capacità per la creazione di array RAID.

Con l'introduzione del Seagate Savvio da 2.5" e 10000 RPM, sono nate discussioni riguardo l'elevata capacità dei drive da 2.5" e il loro consumo minore rispetto i drive da 3.5", oltre al fatto che i modelli più comuni non necessitano nemmeno di un appropriato raffreddamento. Vogliamo vedere come si comporta un array RAID con hard disk da 2.5" confrontato con un array convenzionale con unità da 3.5".

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