Razzo New Shepard atterra in verticale per la terza volta

Terzo successo in cinque mesi per Blue Origin: il razzo New Shepard è atterrato di nuovo intatto e la capsula si è appoggiata a Terra rallentata dai paracadute.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Blue Origin è riuscita di nuovo nell'impresa di far decollare e atterrare il suo razzo riutilizzabile: è il terzo successo in cinque mesi per l'azienda di Jeff Bezos (i precedenti risalgono al 23 novembre 2015 e al 22 gennaio 2016). L'impresa si è tenuta sabato 2 aprile, quando il razzo New Shepard e la capsula senza equipaggio sono atterrati intatti.

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Ricordiamo che come per i test precedenti anche in questo caso si è trattato di un volo suborbitale. La capsula si è separata dal razzo ed è rientrata rallentando grazie a un paracadute, mentre il razzo è atterrato in verticale.

Al termine del test Bezos ha confermato che i paracadute della capsula si sono aperti con successo e che anche il razzo è atterrato intatto. Il video, che vedete in questa notizia, è stato pubblicato successivamente.

Blue Origin prevede di utilizzare New Shepard e la sua capsula per lanciare in orbita turisti spaziali. Al momento tuttavia non è ancora chiaro quanti voli si terranno e a quali costi. La capacità massima della capsula è di sei passeggeri, anche se come accennato non arriveranno fino in orbita: la capsula arriva a poco più di 100 chilometri di altitudine, ossia alla cosiddetta linea di Kármán, che fissa l'inizio dello Spazio appunto ad un'altezza di 100 chilometri sopra il livello del mare nell'atmosfera terrestre. 

Dopo la separazione dalla capsula, il razzo sfrutta i propulsori per scendere verticalmente su una piattaforma di atterraggio, dove si appoggia abbastanza delicatamente da poter essere riutilizzato in lanci successivi.

Durante l'ultimo volo di prova inoltre a bordo della capsula erano caricati degli esperimenti scientifici. Uno, chiamato "Box of Rocks", consisteva in una scatola di rocce che serviva per capire come queste ultime si muovono nelle condizioni a bordo del razzo. L'esperimento è stato progettato dai ricercatori del Southwest Research Institute per comprendere meglio il comportamento di piccoli asteroidi.

Il secondo esperimento si chiamava Collisions in Dust Experiment ed è stato creato da ricercatori della University of Central Florida per sperimentare le collisioni tra particelle nel Sistema Solare.

Nel fare i complimenti a Blue Origin ricordiamo per dovere di cronaca che la riuscita di questi lanci non è da contrapporre al numero maggiore di fallimenti di SpaceX. Come abbiamo spiegato più volte infatti i Falcon 9 di SpaceX volano a un'elevata velocità orizzontale, che complica non di poco il rientro. I razzi di Blue Origin volano solo in verticale, a un'altezza massima di 100,5 km, mentre i Falcon 9 arrivano a 140 km e percorrono oltre 340 km in orizzontale a una velocità massima di Mach 10 (10.000 km/h).