RIAA e pirateria musicale, aria di resa

Secondo un manager di un'importante casa discografica, la guerra alla pirateria è già persa.

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a cura di Andrea Ferrario

Editor in Chief

Le etichette discografiche, per come le conosciamo oggi, molto probabilmente spariranno entro un paio d'anni. Questo è quanto emerge da un articolo di Michael Arrington - TechCrunch - che riporta le parole di un dirigente di una famosa casa discografica.

Il "discografico oscuro", interrogato sulla continua guerra tra RIAA e gli utilizzatori di programmi di file sharing per il download selvaggio di brani musicali, risponde che quanto sta accadendo è parte di un piano più grande. In pratica, l'assenza di massicce mosse delle major contro la pirateria, sarebbe frutto di una presa di coscienza sul prossimo futuro, che vedrà la scomparsa dei CD musicali e una migrazione completa della fruizione musicale su Internet.

In pratica, con un declino delle vendite dei CD audio pari al 20% per anno, a breve le vendite toccheranno il fondo, e tutta la musica sarà venduta sottoforma di file attraverso la rete. A questo punto le etichette discografiche si adatteranno alla situazione e muteranno il loro modello di business, abbracciandone uno più orientato al marketing: concerti, merchandise, siti web dei fan, etc.

Si arriverà a un punto in cui non sarà più l'artista ad essere pagato per presentare nuovi lavori, ma avverrà il contrario, secondo il discografico. Nella visione dei prossimi anni ci sarà un movimento simile a quello che ha interessato, in passato, le emittenti radiofoniche. Inizialmente le radio offrivano compensi agli artisti per trasmetterli sulle proprie frequenze, mentre ora sono le radio che vendono i loro spazi ai musicisti e alle case discografiche.

Per gli acquirenti di musica la situazione non cambierà molto nei prossimi anni, ma entro una decade, il modello di distribuzione subirà pesanti modifiche, fino alla scomparsa delle etichette discografiche.