Rivoluzione DVB-T2 dal 2015 secondo il Governo Monti

L'emendamento approvato dal Consiglio dei Ministri sul digitale terrestre impone non solo l'asta per le frequenze a 700 MHz ma anche decoder compatibili con lo standard DVB-T2 dal 2015. Il nuovo formato consentirà di avere più canali rispetto agli attuali su un unico multiplex.

Avatar di Dario D'Elia

a cura di Dario D'Elia

Dal primo gennaio 2015 i nuovi decoder del digitale terrestre dovranno essere tutti compatibili con lo standard DVB-T2, il formato MPEG-4 e le successive implementazioni. Questa è una delle piccole novità contenute nell'emendamento al decreto di semplificazione fiscale, approvato ieri dal Consiglio dei Ministri.

DVB-T2

Come aveva già anticipato qualche giorno fa il Ministro dello Sviluppo economico, la questione digitale terrestre è stata affrontata su più fronti. Confermata l'asta per l'assegnazione agli operatori TV delle nuove frequenze a 700 MHz. Entro 120 giorni il Ministero allo Sviluppo Economico renderà noto il bando di gara e poi il Garante delle Comunicazioni fisserà gli ulteriori paletti. L'unica certezza è che verrà richiesto a vincitori di creare società ad hoc per tenere separati servizi di rete e quelli legati ai contenuti. In modo che sia consentito l'accesso a tutti a "condizioni eque e non discriminatorie". 

Oltre a questo dettaglio si parla finalmente del DVB-T2 che non solo sarà obbligatorio per i decoder dal 2015 ma anche per le TV con scheda DTT integrata. Il motivo è semplice: il nuovo standard consente a parità di multiplex di aumentare il numero di canali. Ecco quindi la soluzione al problema del 2015, quando le frequenze allocate per il digitale terrestre televisivo passeranno dalle attuali 55 a 34 per rispondere alle esigenze del wireless broadband. 

Tutto questo non vuol dire che tra tre anni termineranno le trasmissioni DVB-T, ma semplicemente che si aprirà una nuova fase di aggiornamento tecnologico. L'emendamento del Governo ieri è giunto alla Camera: l'iter dovrebbe concludersi entro tre settimane.