Microsoft, Google e Yahoo danno una mano

Oggi si celebra la settima giornata mondiale per lo sviluppo di una rete più sicura per tutti. Tema dell'anno è la comunicazione, in particolare quella tra genitori e figli. L'obiettivo più grande è formare e informare su come comportarsi in modo sicuro online.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Molte aziende del campo tecnologico partecipano all'iniziativa. Microsoft per esempio ha aggiornato il proprio indice sulla sicurezza, e pubblicato i risultati in concomitanza con l'evento. L'Italia finisce sotto la media, con 39 punti su una media di 44. Solo il 2% degli italiani è consapevole dei rischi e ha le conoscenze per difendersi, racconta il documento: un campanello d'allarme al massimo volume.

Il contributo di Microsoft non si ferma ai dati analitici. L'azienda infatti ha deciso di mettere a disposizione dei partner un kit da usare per corsi formativi nelle scuole, nella speranza che possono servire ai più giovani. Questi ultimi tuttavia sembrano i meglio preparati, e infatti quelli tra i 14 e i 24 anni sono più attenti a impostare nel migliore dei modi le impostazioni di privacy sui social network.

Partecipa attivamente anche Yahoo!, con un articolo di consigli rivolti agli internauti, un minisito dedicato (Yahoo! Safely) e la promozione di un video realizzato da Childnet International per promuovere la consapevolezza sul fenomeno del cyberbullismo, cioè degli abusi tra coetanei perpetrati tramite telefoni cellulari e computer.  Il video ha tre anni, ma potrebbe essere stato girato ieri, segno che c'è ancora molta strada da fare. C'è anche una domanda dedicata su Yahoo Answer, che al momento ha già raccolto più di 500 risposte.

"La sicurezza on line è una priorità per Yahoo! che perseguiamo con Yahoo! Safely e sosteniamo con la partecipazione al Safer Internet Day. L'obiettivo è quello di aiutare i genitori, gli insegnanti e soprattutto i ragazzi stessi a salvaguardare la loro sicurezza in rete e creare per loro esperienze on line positive e produttive" ha commentato Lorenzo Montagna A.D. e Direttore Commerciale di Yahoo! Italia.

Passando a Google, l'azienda punta su una collaborazione con la Società Italiana di Pediatria (SID), con il la Polizia Postale e delle Comunicazioni, da cui è nato il documento Consigli per tutelare la sicurezza online delle Famiglie (qui il PDF). A questo si aggiungono laboratori nelle scuole di cento città in tutta Italia.

Google inoltre fa sapere di aver rinnovato il sostegno al Centro Giovani Online; fa parte del comitato consultivo, che oggi presenta alla Camera la propria agenda per il 2012. Il comitato è "l'espressione nazionale del programma Safer Internet della Commisione Europea; il suo coordinamento è affidato a Save The Children Italia Onlus e Adiconsum, ma riunisce ben 50 organizzazioni e aziende – compresi i maggiori operatori di telefonia mobile.

Safer Internet Day 2012

Gli sforzi in passato ci sono stati, ma non abbastanza incisivi se solo il 63% dei genitori cerca di aiutare i figli suggerendo loro come comportarsi online, o parlando con loro delle esperienze più difficili. Sono alcuni dei dati che emergono da un'altra ricerca, questa volta svolta da EU Kids Online. Secondo l'indagine gran parte dei genitori si considera sicura e capace di aiutare i propri figli in caso di problemi, e si fidano delle capacità di autodifesa dei ragazzi (70% in Italia). Numeri che possono far preoccupare, perché lasciano intendere che buona parte dei problemi può passare semplicemente inosservata.

Poi però EU Kids Online rileva che il 54% dei genitori – compresi quelli che si fidano – controlla l'attività online dei figli, a cominciare dalla cronologia del browser. E non è detto che sia un male. Nonostante le campagne di sensibilizzazione il Safer Internet Day, in ogni caso, molti genitori (82% in Italia, 10% sopra la media europea) pensano che sia "molto improbabile" che i figli possano imbattersi in situazioni spiacevoli nell'arco di sei mesi.

Parte del problema starebbe quindi in genitori che peccano per eccesso di fiducia, ma un'altra parte starebbe nella comunicazione tra loro e i ragazzi.  Nel 13% dei casi infatti non c'è nessun dialogo tra padri e figli sull'argomento, un dato che "c'incoraggia nel proseguire le attività che da anni ci vedono impegnati", commenta Valerio Neri, Direttore Generale Save the Children Italia.

D'altra parte anche i genitori più volenterosi possono aver bisogno d'aiuto, perché una cosa è sapere (o percepire) che ci sono dei rischi per i figli, e un'altra è sapere cosa fare e come reagire. Per questo "quest'anno il tema del Safer Internet Day è Connecting generation cioè la comunicazione fra genitori e figli ma più in generale fra il mondo adulto e quello degli adolescenti e dei bambini rispetto all'uso di Internet e alle opportunità e rischi che presenta'', commenta Pietro Giordano, Segretario Generale Adiconsum.

I problemi sono quindi ancora tanti, e le soluzioni lontane. "Oggi, a 7 anni dall'istituzione del Safer Internet Day, non basta scandalizzarsi di fronte a questi dati" continua Valerio Neri di Save The Children, "la sensibilizzazione dei ragazzi per un utilizzo consapevole dei nuovi media va incrementata, e i genitori non possono essere lasciati da soli di fronte a questo compito. È il paese nel suo insieme che li deve affiancare e specialmente la scuola inserendo nel curriculum degli studi la Media Education; ma anche le Aziende produttrici dei servizi dovrebbero fare di più".