Domani 1 febbraio i clienti di TIM, Vodafone, Fastweb, Tiscali, WindTre, BT e Almaviva potrebbero avere qualche problema di rete, supporto clienti e assistenza tecnica.Sono previsti solo i servizi minimi garantiti per legge. Le Segreterie Nazionali delle Organizzazioni Sindacali SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL hanno indetto uno sciopero nazionale che durerà 8 ore, praticamente l'intero turno di lavoro del personale del settore TLC.
I motivi si devono al rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) delle Telecomunicazioni che registra una grande distanza di vedute tra le richieste di ASSTEL e quelle delle organizzazioni sindacali.
"Le Segreterie Nazionali ribadiscono la grande distanza esistente sui temi della normativa, degli orari di lavoro, del part”time, delle flessibilità, della classificazione professionale, così come la netta contrarietà alle proposte avanzate da ASSTEL sul superamento degli automatismi (scatti di anzianità) e sull'introduzione di soglie di accesso per il pagamento dell'Elemento di Garanzia", si legge nella nota ufficiale sindacale.
Preoccupante la situazione degli operatori di rete e customer care "così come la dispersione di professionalità fondamentali per l'innovazione e lo sviluppo del Paese". Dito puntato da settimane soprattutto su TIM che "ha dato disdetta degli accordi aziendali fino ad oggi esistenti".
La questione è complessa. Da una parte l'azienda ha promesso di non effettuare tagli e sbandierato la rinnovata solidità finanziaria - a seguito dei buoni risultati economici e il piano di razionalizzazione costi attuato dall'AD Flavio Cattaneo.
Dall'altra a ottobre ha disdetto unilateralmente il contratto aziendale. "La dignità del lavoro che verrebbe meno se venissero accolte le irricevibili proposte aziendali su orario di lavoro, demansionamento, controllo a distanza, taglio di diritti e salario", aggiungono i sindacati.
Tim si difende sostenendo che vuole impiegare meglio, attraverso formazione e riqualificazione, la forza lavoro. "Tim ha inoltre avviato un piano straordinario di contenimento dei costi di struttura e di miglioramento della spesa senza influenzare, neppure in minima parte, il livello degli investimenti previsti né l'attuale costo del lavoro", si legge nella nota aziendale.
Insomma, l'obiettivo è quello di recuperare produttività interna e redistribuire gli "auspicabili risultati ottenuti". I dipendenti però ricordano che demansionamento e cancellazione dei premi di secondo livello sono un duro colpo per la dignità e le tasche.