Smartphone ultra economici, a rischio privacy e sicurezza di miliardi di utenti

Gli smartphone ultra economici utilizzati per connettersi al Web da miliardi di persone a basso reddito in tutto il mondo, spesso contengono malware e backdoor e mettono quindi a rischio privacy e sicurezza. Lo dice l'ultima ricerca del gruppo di difesa Privacy International.

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a cura di Alessandro Crea

Stando a quanto emerso dall'ultimo studio del gruppo di difesa Privacy International, utilizzare gli smartphone ultra economici, particolarmente diffusi tra le persone a basso reddito in tutto il mondo, è pericoloso, perché spesso questi dispositivi non ricevono con costanza gli aggiornamenti di sicurezza ma sono spesso utilizzati come unica via di accesso al Web, esponendo quindi a rischio i dati e la privacy di miliardi di persone. Parliamo ovviamente soprattutto di prodotti particolarmente diffusi nei Paesi in via di sviluppo.

Tra gli esempi citati dai ricercatori infatti troviamo il MyPhone, un prodotto locale in vendita nelle Filippine e un prezzo di appena 19 dollari, equipaggiato con una versione obsoleta di Android e quindi afflitta da vulnerabilità di sicurezza note ma ormai impossibili da correggere. Inoltre a bordo risultavano installate diverse app che non potevano essere aggiornate o eliminate ma piene di bug e falle di sicurezza, come una versione di Facebook Lite che per impostazione predefinita concedeva l'autorizzazione a tracciare i movimenti dell'utente, caricarne tutti i contatti e leggere il calendario dello smartphone.

Da quanto emerge dunque appare evidente come spesso il divario economico diventi anche un importante divario di sicurezza, soprattutto nel campo dell'hi-tech. a chi se lo può permettere. Non a caso, secondo un'altra ricerca recente dell'Università della Pennsylvania e della Rutgers University nel New Jersey, molti di questi consumatori erano ben consapevoli che la loro privacy venisse regolarmente violata, ma la loro condizione economica non gli lasciava alternativa. Insomma, privacy e sicurezza sembrano essere diritti quasi esclusivi di chi se le può permettere attraverso l'acquisto di dispositivi più costosi.

Fast Company ad esempio sottolinea che, se da una parte non tutti possono permettersi smartphone di fascia alta, dall'altra la connettività non è limitata ai soli ricchi. Questo significa che miliardi di utenti nel mondo usano dispositivi facilmente manomissibili, su cui è assai probabile la presenza di malware. Attualmente gli utenti che accedono a Internet unicamente via smartphone sono già circa due miliardi, poco più della metà di tutte le persone online, ma entro il 2025 secondo le previsioni saranno 3,7 miliardi, a causa di una crescente penetrazione sui mercati attualmente sotto serviti.

La conclusione, per i ricercatori, è che la privacy dei dati non dovrebbe essere un lusso, una libertà personale o anche un diritto legale, ma una questione di giustizia sociale e come tale dovrebbe essere garantita a tutti. Una constatazione semplice da un punto di vista teorico, ma che siamo sicuri sarà difficilmente percorsa dai produttori e dai venditori mondiali, a causa di una scarsa convenienza economica.