SpaceX: missione compiuta ma l'atterraggio fallisce

SpaceX è riuscita al quinto tentativo a far decollare il razzo Falcon 9 e a consegnare il satellite SES in orbita geostazionaria. Peccato che non siano arrivate in diretta le immagini dell'atterraggio del primo stadio.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Per la terza volta il primo stadio del razzo Falcon 9 non è riuscito ad atterrare in verticale. Però la missione di questa notte è andata bene: il Falcon 9, al quinto tentativo, ha trasportato in orbita geostazionaria un satellite per le telecomunicazioni. Decollato con un ritardo di 9 giorni a causa (nell'ordine) di condizioni metereologiche avverse, problemi con il carburante, un'invasione dell'area di sicurezza e vento in quota, ha spiccato il volo questa notte alle 00:35.

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Nella prima parte tutto è andato come da programma: lancio riuscito, sgancio del primo stadio perfetto, rilascio del satellite SES in orbita geostazionaria come da manuale. Una dimostrazione che ormai con questo tipo di missioni - tutt'altro che semplici - l'azienda di Elon Musk ha preso la mano.

La parte relativa all'atterraggio del primo stadio sulla piattaforma navigante tuttavia richiede ancora un po' di lavoro. Da notare che questa volta la missione di consegna, in orbita geostazionaria, era particolarmente complessa e alzava ulteriormente l'asticella della difficoltà sull'atterraggio in verticale. Elon Musk però è fiducioso per il prossimo tentativo.  Oltre tutto a questo giro c'è stato a lungo il giallo: il drone deputato a filmare quel momento ha interrotto la comunicazione, come potete vedere dal video pubblicato in questa pagina.

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Musk ha successivamente confermato che il primo stadio non è sopravvissuto all'atterraggio, ma al momento non abbiamo immagini. Aggiorneremo questo contenuto quando avremo dati più precisi sull'atterraggio ed eventuali foto.

È la terza volta che l'impresa di SpaceX di fare atterrare il suo razzo in verticale non riesce.

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Ripercorriamo brevemente i più recenti successi e fallimenti di SpaceX e dei concorrenti, i motivi che spingono i progetti verso soluzioni riutilizzabili e cerchiamo di capirne pro e contro di questa idea con l'aiuto di Giovanni Sylos Labini, Chief Executive Officer di Planetek Italia, azienda che si occupa fra le altre cose di progetti di esplorazione planetaria con Agenzie Spaziali (COSMO-SkyMed dell'ASI e Sentinel dell'ESA), e dello sviluppo e integrazione di  infrastrutture hardware e software per l'acquisizione, il trattamento e la distribuzione di dati telerilevati.