Spiare online un lavoratore fannullone è illegale

Il Garante della privacy si è espresso su un caso di monitoraggio online che ha visto protagonisti un'azienda bresciana e un ex dipendente

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a cura di Dario D'Elia

Controllare l'attività online di un proprio dipendente è illegale, anche se si tratta di un lavativo. Il Garante della privacy, pronunciandosi su un caso che ha riguardato un lavoratore della Italian Gasket, ha ribadito che il "monitoraggio prolungato e costante" viola la legge sulla tutela della libertà e dignità dei lavoratori, della libertà sindacale e dell'attività sindacale nei luoghi di lavoro.

Nel caso specifico, la bresciana Italian Gasket S.p.A. aveva deciso di licenziare un suo dipendente nel novembre 2007 dopo un'azione di sorveglianza online durata nove mesi. Grazie al software Squid era stato possibile intercettare e memorizzare pagine web visitate, durata di ogni connessione e ogni singolo dato riguardante il browsing sul posto di lavoro.

I dati raccolti avevano permesso di contestare al dipendente violazioni delle normative interne: su tutte l'uso illegittimo del personal computer per attività extra-lavorative. In pratica, secondo l'azienda, il dipendente avrebbe abusato della banda disponibile con un downloading eccessivo - di fatto questo è stato il primo indizio che ha fatto scattare gli accertamenti.

Il Garante ha ricordato che i controlli sono leciti, a patto di "attivare le procedure stabilite dalla normativa" che prevedono interventi graduali su interi reparti – e non azioni dirette verso singoli.