Startup italiane: BeCrowdy finanzia arte e cultura italiana

BeCrowdy è una startup che nasce per sostenere l'arte e la cultura italiana. Una piattaforma di crowdfunding per eventi, spettacoli, editoria, etc. Intervista alla co-fondatrice Chiara Brughera.

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a cura di Dario D'Elia

"Startup Italiane di successo" questa settimana si occupa di BeCrowdy, una piattaforma di crowfunding per il supporto dell'arte, eventi culturali, concerti, etc. In pratica consente al mondo della cultura e non solo di raccogliere fondi per realizzare progetti artistici. Intervistiamo la co-fondatrice Chiara Brughera.

Startup italiane di successo

La rubrica è completamente dedicata alle nuove realtà imprenditoriali emergenti, ovviamente legate al mondo della tecnologia e del digitale. Ogni settimana Tom's Hardware darà visibilità a una startup e il suo fondatore, nella speranza che altri giovani possano trarre ispirazione. E magari qualche business angel o venture capital si metta una mano sul cuore e un'altra al portafogli. Scrivetemi a dario.delia@tomshw.it.

Perché a 50 anni dalla morte di John Fitzgerald Kennedy c'è una frase del discorso del suo insediamento che è ancora carica valore e forza propulsiva. "Non chiedete che cosa il vostro paese può fare per voi, ma cosa voi potete fare per il vostro paese".

Pronti. Partenza. Via!


Presentati

Mi chiamo Chiara Brughera, sono nata a Milano nel 1987. Sono laureata come Esperto Linguistico per le Relazioni Internazionali all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dove ho poi conseguito un Master di I livello in "Ideazione e progettazione di eventi culturali". A Milano ho collaborato con alcune associazioni culturali come event manager e ho lavorato per un'azienda di relocation. Da novembre 2013 vivo a Stoccolma, dove collaboro come traduttrice e coordinatrice di eventi con lo spazio di coworking per start-up SUP46.

Chiara Brughera


Presenta la tua startup

BeCrowdy è una piattaforma di crowdfunding di tipo reward based per il supporto dell'arte e della cultura, online dal 3 aprile 2014. BeCrowdy vuole quindi fornire a coloro che operano in ambito artistico e culturale la possibilità di reperire fondi per progetti che non hanno un'immediata fattibilità economica. L'intento è creare un punto d'incontro tra artisti, promoter culturali e fruitori, puntando a diventare un portale di riferimento nel settore per mettere in diretta comunicazione persone desiderose di fare e sostenere la cultura.

BeCrowdy è stata ideata da un team interamente under 30 composto da me, Francesco Copelli, Matteo Bertolini e Rossella Lombardozzi, con il fondamentale supporto tecnico del programmatore Alessandro Chitolina. Grazie alla nostra idea, vorremmo che altri come noi avessero la possibilità di mettere in pratica e diffondere la loro creatività, anche e soprattutto al di fuori dei canali tradizionali e affidandosi direttamente al proprio pubblico.  

BeCrowdy è stato tra i progetti vincitori della I edizione del bando ON/OFF per giovani idee imprenditoriali under 30 promosso dal Comune di Parma e finanziato da Fondazione Cariparma nel 2013.

BeCrowdy


La più grande difficoltà che hai incontrato nello sviluppo del tuo progetto

La più grande difficoltà che abbiamo incontrato credo sia anche la parte più bella dell'esperienza di creare una startup: affrontare davvero la sfida, andare oltre il "vorrei fare" e farlo davvero. Non farsi cogliere impreparati non è sempre facile, ma pensiamo di esserci riusciti e dopo un anno di duro e perseverante lavoro abbiamo lanciato la piattaforma.

In più, la mancanza di linee guida che ci indirizzassero al momento della costituzione dell’impresa, il digital divide che ancora affligge il nostro paese, per non parlare della generale disinformazione sul fenomeno del crowdfunding in Italia, non hanno sicuramente facilitato il processo di avvio. Oltre alla creazione e allo sviluppo della piattaforma, di nuovi contenuti e sostanzialmente di un prodotto valido, è stato quindi necessario anche far conoscere, spiegare, "educare" a questa forma di finanziamento alternativa ai canali tradizionali.


Un consiglio per tutti gli startupper

Essere curiosi, mantenersi informati e aggiornati e sempre alla ricerca di nuove opportunità, nuovi stimoli e nuove collaborazioni. Non abbiate paura di sbagliare e se sbagliate non cercate di nasconderlo. Altro consiglio importante: affidatevi a un team solido.


Un errore da non fare

Puntare subito troppo in alto. Presi dall'entusiasmo è facile pensare "Ok, adesso spacchiamo tutto e conquistiamo in mondo". Credo sia lo spirito giusto, ma è meglio rimanere con i piedi per terra, magari focalizzandosi prima su una nicchia o sul lanciare il proprio prodotto in un mercato specifico e poi, step-by-step, andare avanti, fare progressi e crescere.

Noi stessi siamo partiti subito con l'idea dell'internazionalità, cercando di coinvolgere promoter culturali e artisti esteri. Ma per arrivarci prima di tutto dovevamo focalizzarci sul nostro paese e costruire qui le basi per poi puntare sempre più lontano. Ed è quello che abbiamo fatto e abbiamo intenzione di fare.

BeCrowdy


Cosa cambiare in questo paese per favorire le startup

Ovviamente, servono più agevolazioni per le nuove imprese, più opportunità di finanziamento e di crescitaInoltre, credo che quello che manchi in Italia in questo momento sia la voglia e la spinta a fare network, a condividere tra startup. Servono più workshop, seminari o semplicemente occasioni di incontro, confronto e scambio di idee e consigli.

Avendo la possibilità di lavorare a Stoccolma in uno spazio di coworking dedicato alle startup mi sono accorta che il miglior amico di una startup…è un’altra startup! Lo scambio di esperienze è veramente fondamentale e la possibilità di lavorare insieme, in un ambiente stimolante con altri giovani, incontrando anche finanziatori e grandi aziende che ti possono consigliare e dire veramente quello che cercano, fa la differenza.


Tre motivi per continuare a fare impresa e credere nel Made in Italy

Due motivi ci riguardano nel profondo. Continuare a fare impresa perché le idee buone, i talenti, i progetti validi in Italia ci sono, ed hanno tutto il diritto di essere valorizzati nel modo giusto Credere nel Made in Italy perché è importante cercare in modo attivo e partecipato di migliorare il nostro paese dall'interno. Se non siamo noi a crederci, allora chi lo farà?

Il terzo motivo è legato anche a come ci vedono gli altri. Dobbiamo dimostrare che l'Italia punta e investe sulle proprie risorse, che è capace di rinnovarsi e di sostenersi, che le idee valide ci sono, che possiamo creare qualcosa di innovativo, anche per cercare di abbattere gli stereotipi che a lungo andare rischiano di influenzare dal di fuori il modo in cui consideriamo noi stessi. 


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