Studiare materie scientifiche non conviene più, il futuro è delle soft skills secondo un Nobel per l'Economia

Il Premio Nobel per l'Economia Christopher Pissarides avverte che l'entusiasmo per le carriere legate alla tecnologia potrebbe portare alla sostituzione dei lavoratori dell'IT da parte dell'IA, suggerendo che le soft skills avranno maggiore valore nel futuro.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Nelle università del mondo, anche quelle italiane, stiamo assistendo a un “boom” di iscrizioni ai corsi STEM (science, technology, engineering and mathematics), cioè le materie scientifiche. Molti ritengono che siano una scommessa vincente per assicurarsi una buona carriera professionale, ma il Prof. Pissarides non è così convinto. 

Secondo lui in questo settore le IA potrebbero portare a un calo drastico dei posti disponibili, lasciando molti laureati senza opportunità. E se a dire una cosa del genere è uno che ha vinto il Premio Nobel per l’economia, forse ha senso fermarsi un momento a considerare il suo punto di vista. 

Tanto per cominciare, il Prof. Pissarides sottolinea che gli alti stipendi che vediamo oggi per chi arriva da studi STEM potrebbero non essere alti tra qualche anno, quando le IA avranno presto un ruolo più rilevante nel lavoro. Allo stesso tempo, secondo l’economista coltivare le soft skills potrebbe essere una strategia migliore. 

Il monito del Premio Nobel mette in discussione l'entusiasmo sfrenato per le carriere legate all'IA, evidenziando la possibile obsolescenza delle competenze attuali nell'IT. La sovrabbondanza di laureati in STEM potrebbe creare una competizione feroce per un numero limitato di posti di lavoro, sollevando interrogativi sulla sostenibilità delle attuali tendenze educative e lavorative.

Il Prof. Pissarides propone quindi una prospettiva alternativa, sottolineando il valore delle soft skills nel garantire opportunità di carriera durature. Settori come l'ospitalità e l'assistenza sanitaria, incentrati su competenze di comunicazione ed empatia, potrebbero resistere all'automatizzazione, offrendo un futuro sicuro per i professionisti dotati di queste abilità.

Il Prof. Pissarides sottolinea come le soft skills possano rappresentare un valore professionale maggiore, proprio perché gli ambiti dove sono necessari sono relativamente resistenti all’automazione. Lo scienziato tenta inoltre di dissipare una certa narrazione che cerca di mettere in secondo piano attività nel settore ospedaliero, sanitario, sociale, alberghiero e così via, cioè tutti quei lavori in cui si ha a che fare con altre persone. Tutti ambiti che, a quanto pare, vale la pena di prendere in considerazione per una futura carriera professionale. 

Cosa sono le Soft Skills?

Le "soft skills" sono abilità non tecniche, trasversali a diverse aree professionali, che riguardano principalmente l'interazione e la gestione delle relazioni interpersonali. Queste competenze, spesso intangibili, sono cruciali per il successo sul luogo di lavoro e nel contesto sociale. Alcuni esempi comuni di soft skills includono:

  • Comunicazione: La capacità di esprimere idee in modo chiaro e comprensibile, sia verbalmente che per iscritto.
  • Empatia: La capacità di comprendere e rispondere ai sentimenti degli altri, dimostrando compassione e considerazione.
  • Lavoro di squadra: La capacità di collaborare efficacemente con gli altri per raggiungere obiettivi comuni.
  • Gestione dello stress: La capacità di mantenere la calma e gestire le pressioni e le sfide in situazioni stressanti.
  • Creatività: La capacità di pensare in modo innovativo e trovare soluzioni originali ai problemi.
  • Pensiero critico: La capacità di analizzare, valutare e risolvere problemi in modo riflessivo.
  • Leadership: La capacità di guidare, motivare e influenzare gli altri in modo positivo.
  • Queste competenze sono considerate sempre più importanti nell'ambiente lavorativo moderno, in quanto contribuiscono al successo professionale e alla capacità di adattarsi a cambiamenti e sfide. 

Il Premio Nobel Christopher Pissarides suggerisce che le soft skills avranno un ruolo fondamentale nel futuro del lavoro, poiché potrebbero resistere meglio all'automatizzazione rispetto a competenze più specifiche legate alla tecnologia.