Tariffe unbundling, il Garante non vuole capire

La Commissione Europea è stata chiara sugli aumenti tariffari applicati all'unbundling, ma il Garante delle Comunicazioni sembra non comprendere. Il presidente AGCOM Corrado Calabrò parla di una correzione basata solo sui tassi di rottura della rete.

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a cura di Dario D'Elia

Il presidente AGCOM Corrado Calabrò ha confermato che la revisione delle tariffe per l'unbundling avverrà in tempi brevi. Dopo la bocciatura della Commissione Europea - per lo più mascherata da molti media con la questione della "giusta metodologia" applicata - è partito immediatamente un "supplemento di istruttoria con l'advisor".

Il presidente AGCOM medita

In pratica, come riporta lo stesso Calabrò, entro un paio di sedute si procederà con la correzione del documento. Il problema è che per il Garante l'unica discriminante sembra essere "il conteggio dei guasti". I tecnici si esprimeranno al riguardo e quindi il presidente Agcom ha preferito non interferire.

A tutti gli effetti la Commissione ha richiesto la rielaborazione dei dati per stabilire i costi considerando come modello quelli "di una società efficiente che gestisce una rete in rame di nuova costruzione". Per di più ha sottolineato che sarebbe il caso di "rivedere il proprio approccio regolamentare – in quanto non orientato ai costi – in relazione all'accesso in banda larga all'ingrosso (WBA) e all'affitto delle linee all'ingrosso (WLR)".

Ora, la domanda è semplice e spontanea: la Commissione Europea ha forse parlato solo di guasti? Da quanto l'efficienza e i costi si misurano solo con i tassi di rottura?