Tassa di concessione governativa sul mobile? Ora basta

La direttrice dell'Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi, suggerisce l'eliminazione della tassa di concessione governativa sugli abbonamenti telefonici.

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a cura di Dario D'Elia

La direttrice dell'Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi, suggerisce di eliminare la tassa di concessione governativa sugli abbonamenti telefonici. Non si candida a diventare Ministro delle Finanze, ma la sua riforma ideale delle tasse parte dalla riduzione dei balzelli più inutili e difficili da gestire.

La direttrice dell'Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi
La direttrice dell'Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi

"Partirei eliminando una serie di tasse minori ormai desuete, come quella di concessione governativa sugli abbonamenti telefonici (sostituiti ormai dalle carte prepagate), tassa per noi complicatissima da gestire. E sostituirei il mancato gettito con un minimo aumento di altre imposte. Metterei mano anche all'imposta di registro, rimasta ancora agli anni '70", ha spiegato a La Repubblica. Insomma, una riduzione delle detrazioni e deduzioni in modo da abbassare il numero di aliquote ma "dipende da come si applica e con quali scaglioni".

Per quanto riguarda le grandi multinazionali del Web, l'Italia sembra aver avviato una nuova stagione di analisi e confronto. "Con Google siamo molto vicini a trovare una soluzione, mentre Apple ha già da tempo definito i suoi obblighi con lo Stato italiano. Più in generale l'Italia è il paese europeo che ha fatto di più sia nel recuperare la presunta evasione dei colossi del web, sia nel firmare con loro buoni accordi per il futuro. Ce ne dà atto la stampa internazionale, a cominciare dai giornali inglesi", ha spiegato Orlandi.

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Nessun accenno invece ad Amazon, che secondo la Guardia di Finanza sarebbe responsabile di una presunta evasione fiscale - del valore di 130 milioni di euro - perpetrata tra il 2009 e il 2014.

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Airbnb, com'è risaputo, diventerà per legge sostituto d'imposta per gli affitti brevi, quindi i suoi proventi dovrebbero essere totalmente tassati in Italia considerata la conferma della sua attività nazionale. "Il problema è ampio e non è questa l'occasione per discuterne. Posso dire solo che è uno dei tanti casi che stiamo approfondendo per capire l'esistenza di una stabile organizzazione in Italia di questa come di altre piattaforme immobiliari, con cui stiamo interloquendo", ha sottolineato la direttrice.

La tesi di Orlandi è che la lotta all'evasione debba concentrarsi sulla prevenzione, poiché il recupero del gettito "è difficilissimo". Ecco quindi il vantaggio della correzione delle dichiarazioni infedeli e le restrizioni che puntano a limitare l'evasione IVA. "L'estensione del cosiddetto 'split payment' per l'IVA. È un sistema in vigore già da tempo nei rapporti tra Stato e fornitori: questi ultimi non incassano più l'Iva per poi versarla al fisco, è lo Stato a versarla direttamente", ha spiegato Orlandi.

"Trasferendo questo obbligo dai fornitori ad un soggetto fiscalmente affidabile come lo Stato, si riduce l'evasione. La misura finora ha funzionato ben oltre le attese. Abbiamo incassato 2,5 miliardi nel 2015 e un altro miliardo nel 2016. Ora la manovrina estende dal primo luglio questo sistema a tutte le società pubbliche e alle principali società quotate e loro controllate. E così già per quest'anno ci attendiamo un altro miliardo".

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Infine l'ultima novità è quella del 730 precompilato, che include un maggior numero dati rispetto al passato soprattutto in ambito sanitario.

"Siamo arrivati a 800 milioni di dati, di cui 690 riguardanti le spese sanitarie, che sono considerate nella loro totalità e sono anche quelle che interessano maggiormente agli italiani. Proprio la completezza del nuovo 730 dovrebbe indurre molti contribuenti a inviare il modello senza modifiche, esonerandoli così dai controlli".