Telecom Italia perde un monopolio: nessuno ci crede però

Approvato un emendamento leghista che obbligherà Telecom Italia a indicare separatamente il costo della prestazione dell’affitto della linea ed il costo delle attività accessorie quali il servizio di attivazione della linea stessa ed il servizio di manutenzione correttiva.

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a cura di Dario D'Elia

Gli operatori TLC italiani non avranno più bisogno di affidarsi a Telecom Italia per il servizio di attivazione delle linee residenziali (unbundling) e i servizi di manutenzione. Apparentemente sembra una cosa di poco conto, ma l'emendamento leghista (Fava, Caparini, Torazzi, Vanalli, Bragantini) al Decreto Legge Semplificazioni approvato solo ieri dalla Camera dovrebbe produrre una sorta di rivoluzione nel settore.

In pratica i servizi di accesso all'ingrosso di rete fissa dovranno essere offerti agli operatori concorrenti in maniera disaggregata "in modo che gli stessi operatori non debbano pagare per servizi non richiesti e si possa creare un regime concorrenziale anche per i servizi accessori". 

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Ecco quindi l'obbligo per Telecom Italia, stando a quanto si legge nell'emendamento, di "indicare separatamente il costo della prestazione dell'affitto della linea ed il costo delle attività accessorie quali il servizio di attivazione della linea stessa ed il servizio di manutenzione correttiva". Il tutto per garantire "agli operatori richiedenti di poter acquisire tali servizi da imprese terze di comprovata esperienza che operano sotto la vigilanza dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni in un regime di concorrenza".

L'Istituto Bruno Leoni sostiene che l'emendamento potrebbe eliminare ostacoli alla concorrenza nelle telecomunicazioni fisse. "Garantire agli operatori alternativi la possibilità di pagare unicamente per i servizi richiesti e di contrattare direttamente con soggetti diversi dall'incumbent la fornitura delle prestazioni accessorie non chiuderà certo tutte le questioni aperte nel mercato della telefonia fissa, ma è un'innovazione a costo zero e immediatamente efficace nel rettificare una stortura a cui si sarebbe dovuto rimediare da tempo", si legge nel documento La liberalizzazione diabolica dell'accesso alla rete fissa dell'IBL. Quanto alla sicurezza degli interventi il problema non si pone poiché queste attività sono stabilmente esternalizzate dall'ex monopolista.

Le prime stime indicano per l'ex-monopolista il rischio di rinunciare a quasi il 30% dei canoni all'ingrosso poiché al momento sui 9,28 euro di costo per singola linea in unbundling circa 2 euro sono di manutenzione e 0,6 euro di costi commerciali.

In ogni caso secondo le ultime indiscrezioni potrebbe farsi sentire la voce dell'Unione Europea, che se da una parte ha sempre tentato di richiamare l'Italia a una maggiore attenzione nei confronti della libera concorrenza nel settore, dall'altra preferisce che siano le Authority nazionali a decidere su questi temi.

Qualcuno forse dovrebbe avere il coraggio di informare l'Unione Europea che il nostro Garante delle Comunicazioni è solo apparentemente indipendente poiché i suo membri sono eletti per metà dalla Camera dei deputati e per metà dal Senato della Repubblica. Il presidente è scelto direttamente dal Presidente del Consiglio.

La cosa divertente è quando si fanno due chiacchiere con gli operatori alternativi tutti ribadiscono che vi sono un po' troppi ex-Telecom Italia negli uffici del Garante...