Telecom Italia pronta con la fibra a 100 Mbps

Ieri Telecom ha incontrato l'Agcom e chiesto l'autorizzazione alla vendita dei suoi nuovi servizi in fibra da 100 Mbps. Si dovrebbe partire a Natale a Roma, Milano, Catania, Bari, Venezia e Torino. Quale sarà l'opinione dell'Antitrust?

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a cura di Dario D'Elia

Telecom Italia è pronta a sbarcare sul mercato con gli abbonamenti in fibra da 100 Mbps. Ieri, durante l'incontro con Agcom, l'AD Franco Bernabè ha chiesto ufficialmente l'autorizzazione a procedere. L'idea sarebbe quella di offrire il servizio in sei città (Roma, Milano, Catania, Bari, Venezia e Torino) entro Natale. Si parla di circa 520mila abitazioni. Dopodiché si procederà con il cablaggio in fibra di Bologna, Genova, Napoli, Firenze, Palermo, Padova e Verona; entro il 2013 le città "digitali" dovrebbero raggiungere quota 30.

Franco Bernabè promette tanta fibra per il paese

"Telecom Italia nonostante gli investimenti non può ancora avviare la commercializzazione mentre gli altri operatori che non hanno i nostri stessi vincoli sono partiti", ha dichiarato Bernabè. "L'Autorità, sulla base degli elementi che abbiamo dato, deciderà sull'offerta, crediamo in senso positivo". Ecco quindi la mossa Telecom contro l'offerta Fibra 100 di Fastweb.

"Per quanto riguarda la rete fissa prendo atto che dopo tanti annunci, finalmente siamo di fronte ad un dato concreto. L'Autorità ha all'ordine del giorno del proprio Consiglio di domani l'avvio di un percorso innovativo di regolamentazione alla luce della Raccomandazione europea approvata la scorsa settimana. La nostra direzione di marcia sarà favorire l'infrastrutturazione (sic) del paese e lo sviluppo di un'offerta di servizi veramente concorrenziali", ha affermato il presidente Agcom Calabrò.

Bernabè ne ha approfittato anche per svelare il piano di sviluppo della banda larga mobile: 21 Mbps nel 2010, 42 Mbps nel 2011, e fino a 100 Mbps con tecnologia LTE.

A questo punto bisognerà attendere l'opinione dell'Antitrust, sempre che rilevi qualche rischio di abuso di posizione dominante. Già perché con l'eventuale adozione di tecnologie FTTN (Fiber-to-the-node) o FTTC (Fiber-to-the-cabinet) la rete Telecom continua ad essere chiave per la competizione del settore. Senza contare la posizione dell'Agcom sul noleggio della fibra nel caso si tratti di soluzioni FTTH (Fiber-to-the-home), come quelle adottate anche da Fastweb.

Insomma, non mi sono chiari un paio di elementi. Perché Telecom non è preoccupata del parere dell'Antitrust e del Garante? Come sottolineava La Repubblica pochi mesi fa "la Commissione chiede alle Authority nazionali dei Paesi membri di imporre agli operatori dominanti" di condividere cavidotti, consentire l'accesso alla propria fibra spenta e l'unbundling della fibra con prezzi orientati al costo. Tutte cose non molto convenienti (per Telecom) e certamente non favorevoli a un comportamento sbarazzino.

Agcom parla ancora di "costi ragionevoli", ma la sensazione è che potrebbero essere  troppo "favorevoli" per Telecom.