Terrestri su Marte nel 2017? Sì ma senza metterci piede

L'imprenditore statunitense Dennis Tito ha proposto alla NASA di cofinanziare il progetto Inspiration Mars per mandare due astronauti in volo vicino a Marte del 2017. Però non ha previsto l'atterraggio.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Fra Natale 2017 e il 5 gennaio 2018 l'uomo andrà su Marte. Ne è certo Dennis Tito, l'eccentrico imprenditore statunitense che nel 2001 pagò 20 milioni dollari per andare sulla Stazione Spaziale Internazionale. "Inspiration Mars" questo il nome del progetto, si potrà realizzare grazie un raro allineamento fra Marte e la Terra, che si verificherà nella finestra temporale indicata e che consentirà agli astronauti di raggiungere il Pianeta Rosso con un viaggio non troppo lungo in termini di tempo.

La missione, che costerà più di un miliardo di dollari, non prevede però lo sbarco su Marte. Stando al piano esposto da Tito, infatti, gli astronauti voleranno al massimo a 160 chilometri dalla superficie del Pianeta Rosso. Si limiteranno insomma a un fly-by, ossia un passaggio ravvicinato nell'ambito di un viaggio ininterrotto di andata e ritorno, della durata complessiva di 501 giorni in cui percorreranno circa 1 milione e 300 mila chilometri.

Dennis Tito

Un viaggio che finora non era stato pianificato anche a causa delle radiazioni dannose a cui si stima che sarebbero sottoposti gli astronauti e la navicella. Se gli Stati Uniti decideranno di procedere, dovranno accordare a Tito la cooperazione della NASA, che dovrebbe fornire un equipaggio di due persone che dovranno imbarcarsi su un veicolo commerciale da lanciare nello Spazio mediante un razzo SLS (Space Launch System) dell'Agenzia Spaziale, ancora in fase di sviluppo.

Quanto al finanziamento, Tito conta di raccogliere 300 milioni di dollari da finanziatori privati, ma ha bisogno che il Governo metta a disposizione i 700 milioni mancanti. Considerato che la NASA sta ancora smaltendo gli effetti collaterali dello shutdown, non ha accolto l'idea a braccia aperte.

Il progetto

Tito spinge perché questa occasione diventi una priorità nazionale per gli Stati Uniti, per non lasciare alla Cina o alla Russia il prestigio del primo viaggio marziano. Secondo l'ingegnere miliardario, infatti, l'altra occasione si presenterebbe solo nel 2021, ma la spedizione durerebbe 80 giorni di più e imporrebbe un passaggio molto più vicino al Sole, all'interno dell'orbita di Venere, che aumenterebbe notevolmente i già considerevoli rischi di radiazioni.

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Il problema è che lo Space Launch System dovrebbe essere pronto per il volo inaugurale di prova nel 2017 e il secondo lancio, con un equipaggio a bordo della capsula Orion della NASA, non è stato pianificato fino al 2021. Per questo, oltre che per la questione finanziaria, la reazione della NASA alla proposta di Tito è stata fredda. Stando a quanto riportato dal Washington Post, il portavoce David Weaver ha dichiarato che la "proposta è una sfida significativa a causa dei sistemi di supporto vitale, della radiazioni spaziali, degli habitat e delle implicazioni psicologiche insite nello stare chiusi in una piccola navicella spaziale per oltre 500 giorni". 

"L'agenzia - ha proseguito - è disposta a condividere competenze tecniche e programmatiche con Inspiration Mars, ma non è in grado di impegnarsi a condividerne le spese. Tuttavia, rimaniamo aperti a ulteriori collaborazioni come la proposta per una missione successiva". Insomma, chi è in attesa di un biglietto per Marte deve portare pazienza.