Test NASA: ok ai razzi stampati in 3D

I primi test condotti dalla NASA sugli iniettori per razzi realizzati con la stampa 3D sono positivi: la progettazione ne beneficerà.

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a cura di Elena Re Garbagnati

La stampa 3D va bene per produrre motori per i razzi, lo dimostra un test sugli iniettori condotto al Marshall Space Flight Center di Huntsville, Alabama. "I componenti si sono comportati eccezionalmente bene durante le prove" ha commentato Chris Singer, direttore tecnico del Marshall Space Flight Center. L'iniettore era stato fabbricato a titolo sperimentale ed era più piccolo di quelli dei razzi più grandi, come il nuovo veicolo di lancio SLS della NASA. Tuttavia il funzionamento è analogo e la prova dimostra come la stampa 3D abbia il potenziale per rivoluzionare la progettazione dei razzi.

Il progetto originario

Di questo progetto si parla fin dal 2012 e si basa sull'impiego della stampa 3D SLM (Selective Laser Melting). Ne avevamo spiegato il funzionamento in dettaglio nella notizia La NASA adotta la stampa 3D per andare su Marte. I vantaggi che avevano portato l'agenzia spaziale statunitense a prenderla in considerazione contemplano la velocità di produzione – che passa da mesi a settimane, in alcuni casi a giorni – e la maggiore resistenza dei componenti. SLM permette infatti di realizzare in un blocco unico componenti che hanno una struttura interna anche complessa, senza punti di vulnerabilità. Per comprendere meglio, il componente realizzato è normalmente composto da 163 parti singole, contro le 2 stampate in 3D.

Il test ha coinvolto due iniettori che hanno resistito per cinque secondi a una spinta di potenza pari a 89mila chilo newton. Per la prova i tecnici hanno creato modelli di flusso che hanno generato una combustione di ossigeno e idrogeno con temperature fino a 6.000 gradi Fahrenheit. I prototipi erano realizzati da due aziende differenti: Solid Concepts di Valencia, California, e Directed Manufacturing di Austin, Texas.

"Uno dei nostri obiettivi è collaborare con più aziende e di stabilire norme per il processo di produzione" ha spiegato Jason Turpin del Marshall Space Flight Center. La tecnica ha senza dubbio il vantaggio di permettere la produzione e i test di iniettori con un design unico, e anche di testarli più velocemente. "Questo accelera tutte le fasi di progettazione, sviluppo e test, e ci permette di sperimentare design innovativi con meno rischi e costi" aggiunge l'ingegnere Nicholas Caso.

Sarà grazie alla stampa 3D che arriveremo su Marte?