TIM e Wind sanzionate per i 28 giorni? Non proprio

L'AGCM ha sanzionato TIM e Wind per aver gestito male le politiche di recesso legate alla nuova fatturazione a 28 giorni.

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a cura di Dario D'Elia

TIM e Wind alla fine sono state sanzionate dal Garante del Mercato per aver adottato pratiche commerciali scorrette in occasione dell'introduzione della fatturazione a 28 giorni nei contratti di telefonia mobile. A distanza di quasi un anno dalla variazione contrattuale più dirompente del mercato, l'AGCM ha deciso finalmente di esprimersi.

despairSi è trattata di una vera e propria pratica commerciale scorretta che ha portato a una sanzione di 410mila e 455mila euro rispettivamente per TIM e Wind. Nella nota ufficiale si legge che "la scorrettezza della condotta delle due società consistente nell’aver modificato il periodo di rinnovo, tra l’altro, delle opzioni voce mobili abbinate alla vendita a rate di prodotti (smartphone, tablet ecc.), prevedendo a carico di coloro che avevano esercitato il diritto di recesso l’addebito in un’unica soluzione del saldo delle rate residue".

TIM, come se non bastasse, ha costretto al pagamento di ulteriori somme nelle ipotesi di passaggio ad altro operatore. Wind invece ha modificato il periodo di rinnovo anche per le opzioni rispetto alle quali era stato applicato uno sconto sul costo di attivazione, richiedendo, in caso di cessazione anticipata, un corrispettivo per il recupero.

Le pratiche attuate hanno di fatto limitato la libertà di scelta del consumatore e il conseguente esercizio del diritto di recesso.

In sintesi c'è poco da rallegrarsi. Non solo le sanzioni sono a dir poco ridicole, considerati i volumi di affari delle due telco, ma la violazione dei regolamenti riguarda esclusivamente le politiche di recesso. L'AGCM implicitamente ha riconosciuto a TIM e Wind tutto il diritto di fatturare come pare loro.