TIM possiede e gestisce oltre 10,4 milioni di km di fibra ottica e 115,5 milioni di km di coppie di fibra in rame. È questo l'asset del primo operatore nazionale, inaspettatamente ai margini del dibattito governativo sullo sviluppo ultra-broadband. Il Premier Matteo Renzi recentemente ha organizzato una conferenza stampa dove ha presentato il progetto Enel. Sulla carta l'iniziativa è vincente poiché si parla di impiegare i cavidotti e le strutture aeree della società energetica per portare la fibra direttamente nei condomini o negli appartamenti, a seconda del posizionamento dei contatori.
Il problema è che Enel ha confermato di aver bisogno della collaborazione degli operatori per disporre della fibra a monte delle sue cabine primarie e secondarie. Insomma, non si occuperà di "portare" le reti in città, ma di potenziare i servizi già esistenti con un'architettura fiber-to-the-home e fiber-to-the-cabinet.
A questo punto se Fastweb dispone di 41.000 km di fibra e gli altri operatori di qualche decina di migliaia, com'è possibile orchestrare un serio piano nazionale? Ieri TIM ha pubblicato sul suo sito ufficiale i suoi impegni e "numeri" per i prossimi tre anni: 12 miliardi di euro di investimento in innovazione, di cui 4,8 miliardi per ultra-broadband e rete mobile.
Molto utile e ben realizzato l'approfondimento intitolato "Banda Ultralarga: facciamo chiarezza", che spiega in modo comprensibile le tecnologie impiegate, la strategia e il futuro della rete. Ovviamente è un contenuto per il grande pubblico e non per gli appassionati più smaliziati, ma è pur sempre un inizio.
"Col suo Piano Industriale 2016-2018 TIM si è assunta l’obiettivo di coprire con reti ultrabroadband l’84% delle abitazioni entro fine 2018, posando quasi 18 milioni di chilometri di fibra ottica", si legge nel post. "Alla fine dello scorso anno, la copertura era arrivata al 42% delle case degli italiani. Inoltre, con la Banda Ultra Larga mobile 4G TIM ha oggi raggiunto più di 6240 comuni, pari a circa il 90% della popolazione e con l’obiettivo di raggiungere circa il 98% entro il 2018".
Si parla soprattutto di fiber-to-the-cabinet e fiber-to-the-home che rispettivamente sono in grado di fornire velocità di download massime teoriche di 100 Mbps (in futuro 200 Mbps) e oltre il 200 Mbps (in futuro 1 GBit/s).
Oggi il ritmo di implementazione della rete in fibra è di circa 250 km di cavi ogni ora, quindi con rapidi calcoli è facile supporre quanta strada sarà fatta nei prossimi mesi per fornire a centinaia di migliaia di case l'agognata ultra-broadband.
Ogni valutazione sull'offerta però non avrebbe senso senza considerare la domanda. Come ha spiegato Alessandro Longo su La Repubblica in Italia continuiamo ad avere pochi abbonamenti fibra. Se da una parte la copertura della popolazione è al 50%, contro il 70% europeo, dall'altra solo 1 italiano su 10 raggiunto dalle nuove reti si abbona.
"TIM dichiara 800 mila abbonati e il 44 per cento di copertura raggiunta sulle unità immobiliari", scrive Longo. In pratica solo l'11% degli utenti coperti è un effettivo abbonato e vale lo stesso per Fastweb che conferma un 10%.
I prezzi degli abbonamenti, al termine delle promozioni, sono fra le 30 e poco oltre le 50 euro al mese. Probabilmente per gli italiani sono un esborso eccessivo, ma guardando oltreconfine (UE Digital Scoreboard) si scopre che le tariffe sono allineate agli altri Paesi. Un servizio fibra 100 Mbps con il telefono residenziale è matematicamente analogo alla media europea (53 euro vs. 52,4 euro), mentre le offerte comprese tra 30 Mbps e 100 Mbps con telefono costano circa 7 euro in più al mese rispetto alla media (35,4 euro).
Come si può risolvere il problema? Il Governo da tempo sta discutendo della possibilità di introdurre dei voucher che consentano alle famiglie più in difficoltà di ottenere sconti sugli abbonamenti. Ben vengano ma è difficile credere che possano essere applicati per sempre. Una riduzione dei costi momentanea non risolve il problema alla radice.
Ben più centrata la strategia degli operatori di offrire agli utenti pacchetti servizi sempre più completi. Quindi non solo connettività fibra, telefonia residenziale e telefonia mobile, ma anche TV in streaming con contenuti premium.
La Repubblica anticipa che il patron di Vivendi, Vincent Bollorè, sarebbe intenzionato a creare un unico grande pacchetto con servizi ultra-broadband TIM, contenuti Mediaset Premium, i film di Universal e Warner, la musica di Universal Music Group, i giochi di Gameloft e in futuro forse anche le serie TV di Fox. Ovviamente un'offerta modulare che però dà il senso del futuro. Scegliamo forse le automobili solo per le prestazioni? No, sempre di più valutiamo anche le prestazioni in relazione all'esperienza che possiamo ottenere.
Nota. Stiamo cercando di avere conferma da TIM sui dettagli che riguardano la lunghezza dei tratti in fibra. Considerata l'importanza dei numeri e l'impegno dell'azienda a fornire dati "verficati con rigore" siamo certi di poter ottenere risposta nel breve termine.