TIM ha deciso di non partecipare al secondo bando Infratel per la realizzazione e gestione di infrastrutture ultrabroadband nelle zone bianche di Piemonte, Valle d'Aosta, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Marche, Umbria, Lazio, Campania, Basilicata, Sicilia e Provincia Autonoma di Trento.La decisione era nell'aria soprattutto considerando la sua denuncia presso il TAR del Lazio, per presunte irregolarità compiute dall'AGCOM in sede di formulazione dei bandi. La decisione del tribunale amministrativo dovrebbe arrivare fra qualche settimana.
Nel frattempo l'ex monopolista ci tiene a precisare che il proprio piano di investimento prevede la copertura in fibra di alcune aree in digital divide citate dai bandi. "Tale scelta eÌ€ stata confermata nel Piano Strategico 2017-2019, giàÌ€ presentato dalla societàÌ€ anche alla comunitàÌ€ finanziaria", si legge nella nota ufficiale. "TIM assicureraÌ€ il servizio Ultrabroadband in Fibra al 95% delle abitazioni entro il 2019, incrementando e accelerando il proprio piano di copertura".
Insomma, TIM vuole procedere in autonomia giocando la carta delle tecnologie fisse e wireless. Non resta che attendere la decisione del TAR e la quasi scontata vittoria di Enel Open Fiber nel secondo bando - considerato l'esito del primo. La nuova compagine è in grado di abbassare notevolmente i costi di sviluppo impiegando le sue strutture verticali e i cavidotti già esistenti.