UE indaga sulla pubblicità online ficcanaso

Il Commissario Europeo per la società dell'informazione dice basta al behavioural advertising e alle violazioni dell'e-privacy

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a cura di Dario D'Elia

Viviane Reding, il Commissario Europeo per la società dell'informazione e dei media, ha nel mirino il behavioural advertising, e i social network. La Commissione UE ha approfittato dello scandalo Phorm per avviare una proceduta di infrazione contro il Regno Unito. Gli utenti inglesi sono stanchi dei sistemi che analizzano i comportamenti online per profilare le campagne pubblicitarie. La tecnologia sviluppata da Phorm potrebbe essere responsabile della violazione delle norme comunitarie sulla e-privacy. Gli Stati membri dovrebbero infatti garantire sempre e comunque la riservatezza delle comunicazioni impedendo intercettazioni e sorveglianza.

"Le tecnologie come il behavioural advertising possono essere utili alle aziende e ai clienti, ma devono essere utilizzate nel rispetto della normativa europea. Queste norme esistono per proteggere la privacy dei cittadini e devono essere applicate in maniera rigorosa da tutti gli Stati membri. Seguiamo il caso Phorm da diverso tempo e abbiamo concluso che vi sono dei problemi nel modo in cui il Regno Unito ha applicato parti della normativa europea in materia di riservatezza delle comunicazioni", ha spiegato Viviane Reding. Sul suo sito ufficiale l'intervento completo.

"Invito le autorità britanniche a modificare la legislazione nazionale e a far sì che le autorità dispongano dei poteri necessari per comminare sanzioni al fine di attuare la normativa dell'UE in materia. In questo modo il Regno Unito potrà rispondere più energicamente alle nuove sfide legate alla ePrivacy e alla tutela dei dati personali, come quelle poste dal caso Phorm, e i consumatori britannici sapranno che la loro privacy e i loro dati sono protetti quando navigano in internet."

Anche Facebook sembra destare l'attenzione di Reding. Le "tecnologie invadenti" a suo parere rischiano di trasformare il web in una giungla. "Almeno i profili dei minorenni devono essere nascosti e resi inaccessibili per i motori di ricerca!", ha tuonato il Commissario. Insomma, bisogna intervenire in qualche modo.

Ma la confusione regna sovrana perché proprio ieri inaspettatamente Francesco Storace, segretario de La Destra, pare aver dichiarato: "L’attacco della Commissione Ue a Facebook lascia capire in che razza di Europa ci troviamo. Burocrazie irresponsabili vogliono limitare la libertà di comunicare nella Rete".

Come a dire "non toccate la faccetta-libro!"