Un wallet di Bitcoin si "risveglia" dopo 11 anni

Un wallet digitale, quiescente dal 2011, è stato riattivato. Al suo interno contiene 50 Bitcoin, pari a più di 2 milioni di dollari.

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a cura di Dario Oropallo

Secondo gli esperti di criptovalute, "hodlare" - fraintendimento del verbo "hold", ma avente lo stesso significato di "tenere" - è una strategia vincente. Una nuova conferma arriva da un tweet di Whale Alert, un popolare bot di Twitter che traccia le maggiori transazioni on-chain. Cosa ha rilevato il bot?

Whale Alert riporta che è stato riattivato un wallet dormiente, dopo 11 anni di quiescenza. Il wallet custodisce 50 Bitcoin, pari a più di 2 milioni di dollari al cambio attuale. L’indirizzo risalirebbe alla cd. "era Satoshi". Questa definizione indica che i Bitcoin sarebbero stati estratti tra il 2009 e il 2011, cioè quando Satoshi Nakamoto, l'identità fittizia del misterioso creatore di Bitcoin, era ancora attivo e in contatto con il mondo che ruota attorno alla crittografia. Ricordiamo che è dal 2011 che di Nakamoto non si sa più nulla.

Secondo Cryptonomist, non è possibile prevedere quali effetti avrà la riattivazione di questo (e di altri?) account dormiente. È lecito aspettarsi che il tasso di cambio oscilli, soprattutto nel caso in cui il proprietario del wallet dovesse decidere di vendere al prezzo corrente. Alcuni utenti hanno commentato il tweet di Whale Alert, esponendo alcune teorie in merito all'avvenimento. Anche se la maggioranza dei commentatori ritiene che si tratti di un recupero fortunoso, tanti ipotizzano che si tratti di una forzatura - ai limiti della legalità - della chiave privata per l'accesso al portafoglio digitale.

Per i più distratti, ricordiamo che il valore di Bitcoin nel 2010 si aggirava intorno agli 0,041 centesimi di dollaro: il wallet "risvegliato", quindi, aveva un valore di circa 2 dollari. Il caso non è comunque isolato: tra febbraio e marzo 2021 sono stati riattivati altri due wallet dormienti... e chissà che non ce ne siano altri.

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