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a cura di Alessandro Crea

Il Q2 2018 ha fatto segnare un crollo di vendite consistente nel settore dei visori per la realtà virtuale, toccando quota -33,7%. Tuttavia secondo gli analisti di IDC il fenomeno non è preoccupante, anzi è solo di assestamento, un passaggio obbligato nella transizione dalle vendite del passato, sostenute dagli economici visori senza schermo spesso in bundle con gli smartphone, ai più costosi standalone.

L'attuale calo di vendite infatti ha riguardato soprattutto proprio il primo tipo di visori, passato dal milione di unità del Q2 2017 alle sole 409mila unità di quest'anno.

I principali produttori di visori con cavo come Oculus e Sony, inoltre, non sarebbero stati in grado di mantenere i ritmi di vendite raggiunti nel Q2 2017 grazie a un consistente calo dei prezzi, spedendo rispettivamente appena 102.000 e 93.000 unità nel Q2 2018. Si tratta di un calo del 33,7%.

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HTC, leader del settore, ha spedito circa 111.000 visori (escludendo il Vive Focus) grazie alla crescente popolarità dell'abbonamento al servizio Viveport e al lancio del modello Pro.

Secondo IDC però il futuro sarà positivo per il settore dopo questo assestamento, come confermerebbero tutta una serie di elementi. Durante lo stesso periodo ad esempio le consegne dei visori VR standalone sono cresciute del 417,7% grazie alla disponibilità globale di nuovi modelli come Oculus Go o Xiaomi Mi VR, che hanno toccato quota 212mila unità spedite.‎

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Inoltre il mercato commerciale sta iniziando a diventare importante per il settore, anche più di quello consumer, dove mancano ancora contenuti che motivino davvero l'utenza all'acquisto. Molti produttori dunque si starebbero spostando verso il settore dell'addestramento, dove i visori VR sono sempre più richiesti dalle aziende per formare il proprio personale in modo sicuro ed economico.


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Il Samsung Gear VR è un'ottima alternativa economica, anche se in questo caso non parliamo di un visore per realtà virtuale di tipo stand alone.