Viking 1, 40 anni fa il primo atterraggio su Marte

Oggi si celebra il 40mo anniversario dell'atterraggio della missione NASA Viking su Marte. Un tasello fondamentale dell'esplorazione spaziale da parte dell'uomo.

Avatar di Elena Re Garbagnati

a cura di Elena Re Garbagnati

Quarant'anni fa il primo manufatto umano arrivava su Marte: era la sonda spaziale Viking 1, che consisteva in un orbiter e un lander, lanciati da Cape Canaveral il 20 agosto 1975. La sonda entrò con successo nell'orbita marziana il 19 giugno 1976 e le prime immagini arrivarono a Terra il 24 giugno. Il 20 luglio del 1976 il lander si staccò ed atterrò sulla superficie marziana, in un punto noto come Chryse Planitia.

Per la cronaca il lander avrebbe dovuto atterrare su Marte il 4 luglio, ma quando arrivarono a Terra le foto scattate dalla sonda in avvicinamento al Controllo di Terra temettero che il luogo di atterraggio selezionato non fosse sicuro e cambiarono destinazione scegliendo Chryse Planitia, a circa 575 chilometri ad ovest.viking 13 chryse planitia

Da allora l'esplorazione spaziale ha percorso una lunga strada, con rover sempre più complessi che esplorano il Pianeta Rosso e sonde molto sofisticate in orbita che ci inviano regolarmente a Terra suggestive immagini ad alta definizione. Però non abbiamo e non dobbiamo dimenticare la missione da cui tutto è iniziato.

Come abbiamo avuto modo di ricordarvi, l'esplorazione marziana da parte degli Stati Uniti in realtà non è iniziata con Viking 1, ma con la sonda spaziale Mariner 4, che fece un flyby del Pianeta Rosso il 14 luglio del 1965. I veri precursori furono tuttavia i russi, o meglio l'allora Unione Sovietica, che spedì due sonde per il flyby di Marte nel 1960, e altre tre nel 1962. Tutte e cinque fallirono l'obiettivo, e bisognò aspettare il 1974 perché la sonda sovietica Mars 5 raggiungesse Marte e inviasse una manciata d'immagini prima di andare fuori uso per una depressurizzazione.

Perché allora tanti festeggiamenti per Viking 1? Perché fu il primo atterraggio su Marte. Era molto diverso dai rover Curiosity e Opportunity a cui siamo abituati, ma gli obiettivi non erano così diversi: la ricerca di segni di vita. Come sappiamo quello che trovò Viking 1 fu deludente in confronto alle aspettative, tanto da fermare successive missioni costose.

Nonostante tutto però Viking 1 (e non solo) fu un grande successo perché l'orbiter restò in funzione per quattro anni e compì 1.489 orbite attorno a Marte, passando importanti informazioni agli scienziati planetari, fra cui le condizioni climatiche del Pianeta Rosso. Per quanto riguarda il lander, inviò a Terra la sua prima immagine della superficie marziana pochi istanti dopo l'atterraggio, e ha scattato altre migliaia di immagini che scienziati hanno impiegato moltissimo tempo ad elaborare. Inoltre condusse un esperimento con il sismometro di bordo che però non funzionò correttamente, ma nel complesso gli esperimenti a bordo del lander funzionarono. L'ultima trasmissione da Viking a Terra si tenne l'11 novembre 1982, quindi resistette molto più a lungo rispetto ai 90 giorni preventivati.

viking 14 trenches

I risultati di Viking 1 hanno riservato qualche sorpresa: c'erano molti tipi di roccia sul luogo di atterraggio, che probabilmente avevano origini diverse. Le condizioni atmosferiche su Marte dimostravano variazioni stagionali, venti più forti durante il giorno e quasi assenti durante la notte.

Il dibattito più acceso fu quello relativo alla ricerca della vita. Il lander aveva strumenti rudimentali a bordo per questa attività, e l'esperimento si svolgeva in tre parti: Viking 1 raccoglieva una manciata di suolo marziano, la riscaldava fino a 500 gradi Celsius, e poi scandagliava la polvere residua alla ricerca di qualsiasi segno di sostanze organiche. Viking 1 non trovò composti organici. Tuttavia gli scienziati si chiesero per decenni se non fosse tutta colpa degli esperimenti troppo poco sensibili o sbagliati, piuttosto che della reale assenza di vita su Marte.

Per questo alcuni ricercatori nel 2006 ripeterono gli esperimenti sulla Terra in ambienti che simulano quello marziano, e rilevarono composti organici a livelli non visibili allo strumento di Viking. Un altro studio del 2010 teorizzò che Viking potrebbe aver distrutto le sostanze organiche prima delle analisi, perché nel luogo di atterraggio era presente perclorato, una sostanza che fu scoperta solo nel 2008. Gli scienziati quindi raccolsero dei campioni di terreno simili a quelli marziani e li trattarono con perclorato prima di riscaldarlo, e il risultato fu che il campione fornì gli stessi risultati elaborati da Viking. L'ipotesi conclusiva fu quindi che le sostanze organiche potrebbero essere state distrutte durante l'esperimento.

La questione è tuttora aperta, perché ricordiamo che il rover Curiosity attualmente in missione su Marte non è progettato per trovare la vita, è invece è alla ricerca di prove di abitabilità nel passato. Forse con il rover Mars 2020 ne sapremo di più.

Comunque sono passate alla storia due chicche di Viking: la prima è che l'orbiter Viking 1 scattò una fotografia della superficie marziana che è passata alla storia come "la faccia su Marte". L'altra è che le immagini a colori che furono scattate furono pubblicate previa correzione di colore del cielo, che fu "dipinto" di azzurro come quello terrestre, invece di lasciarlo rosso com'è in realtà. I colori "veri" furono diffusi successivamente a seguito di forti polemiche.

Da notare infine che nel 2006 il Mars Reconnaissance Orbiter scattò le foto del luogo in cui riposa Viking 1.