Vittoria degli operatori TLC: ci teniamo il roaming UE

Niente da fare, il roaming infra-nazionale UE continuerà ad esistere almeno fino al 2018. Previste riduzioni dei costi almeno.

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a cura di Dario D'Elia

Il giorno che avrebbe dovuto sancire la fine del roaming europeo si allontana. La presidentessa del Berec Fatima Barros, l'ente che raccoglie le Authority UE delle telecomunicazioni, giustifica il recente rinvio stabilito dagli stati membri con lo squilibrio economico che si sarebbe creato. Gli operatori TLC in qualche modo sono riusciti a convincere Bruxelles che azzerare il roaming infra-nazionale oggi avrebbe prodotto effetti collaterali negativi sulle tariffe di chi non viaggia.

Roaming UE

Barros condivide insomma il compromesso presentato dalla presidenza lettone dell'UE, che rimanda al 2016 la prima transizione. Gli ambasciatori degli stati membri (Coreper) hanno affidato al presidente Lettone il mandato di trattare con il Parlamento europeo una proposta piuttosto conservativa. Si parla di introdurre entro il 2016 il no-roaming per 5 minuti di traffico voce, 5 MB di traffico dati e 5 SMS. Al di sopra di questa soglia scatterebbe una tassa inferiore rispetto ai costi attuali, ovvero circa 5 centesimi.Dopodiché per azzerare il roaming definitivamente se ne riparlerà nel 2018.

"Lo scambio di traffico tra i paesi non è bilanciato, i costi per gli operatori ci sono e alla fine qualcuno deve pagarli, quindi se eliminiamo semplicemente il roaming significa che gli operatori dei paesi che ricevono più turisti, dato che i costi non sono assorbiti, devono rifarsi sui propri utenti finendo per aumentare le tariffe nazionali, e questo sarebbe ingiusto viste le enormi differenze tra i paesi", ha spiegato Barros all'ANSA.

Forse non deve stupire che sia stata proprio la Francia a rompere il patto con Italia, Regno Unito, Spagna e Germania, per schierarsi con il fronte rimandatario. E così se in origine la fine del roaming era stata pensata per fine 2015, poi metà 2016, adesso non si ha neanche più la certezza per il 2018.

"Il mandato è meno ambizioso del nostro, ma almeno c’è una base di discussione e si fissano dei paletti", spiega una fonte diplomatica italiana. Durante la presidenza di turno l'Italia aveva sostenuto la fine del roaming UE a partire dal 2016. Adesso punterebbe ad ampliare la quota di traffico senza roaming e stabilire davvero la scomparsa di questo aggravio nel 2016.

Per quanto riguarda invece la neutralità della Rete "la proposta della presidenza lettone è piuttosto simile a quella americana della FCC (Federal Communication Commission)", secondo Barros. A prima vista l'approccio statunitense appare più rigido ma i principi generali sono analoghi.

"Non vediamo rischi nella sostanza, il problema può essere che se alcune cose non sono esplicitamente definite ci possono essere buchi interpretativi", ha precisato la presidentessa.