Yahoo! fa un buon trimestre, magari compra il NYT

I risultati del quarto trimestre mostrano che Yahoo! ha accusato il colpo, ma meno di quanto ci si aspettasse. Nel futuro dell'azienda la diversificazione, e forse l'uscita dal settore ricerca.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

I risultati del quarto trimestre di Yahoo sono migliori di quelli attesi, grazie ai molti tagli. Le azioni hanno guadagnato poco più del 5%.

L'azienda quindi non va così male come ci si aspettava, ma non è nemmeno il caso di festeggiare: i risultati non sono comunque buoni, e le previsioni per il futuro restano preoccupanti.

Per il quarto trimestre si attendevano profitti per 205 milioni di dollari, e sono stati 238 milioni. Se però si mettono nel conto tutte le voci del caso, si arriva ad una perdita di 303 milioni di dollari, vale a dire 22 centesimi per azione.

Carol Bartz, nuovo CEO di Yahoo, si è detta possibilista, affermando che tutto è possibile. Accordi con Microsoft, quindi, non sono ancora da escludere, anche se da Redmond non arrivano conferme né smentite.

Quanto al futuro, le previsioni dell'azienda parlano di introiti pari alla metà delle stime precedenti.

Determinata a non vendere e a far sopravvivere l'azienda, Carol Bartz si sta muovendo in nuovi campi. In particolare si sta diffondendo una voce messa in circolazione dalla testata Barron, che vedrebbe Yahoo! come possibile acquirente del New York Times e di Twitter. Si aggiungerebbero al pacchetto anche la creazione di una piattaforma per il blog, e la cessione del settore ricerca a Microsoft.

Quanto alla ricerca, la Bartz ha già detto che sta ancora studiando la natura di questo settore, che per ora si è sempre mostrato redditizio. Gli altri elementi potrebbero rispondere alla visione di Yahoo come azienda concentrata sui contenuti, e che quindi abbandonerebbe la competizione con Google e Microsoft.

Si tratta, tuttavia, di ipotesi, tanto credibili quanto azzardate. Yahoo ha vissuto un 2008 agitato, con la proposta d'acquisto di Microsoft, la controproposta di Google, l'intervento dell'antirust, l'ingresso di Icahn nel CdA e, infine, l'abbandono di Jerry Yang.

Impossibile fare previsioni credibili sul futuro dell'azienda.