Fa sentire immediatamente anziani immaginare che un giorno Apple possa mettersi a vendere auto. Perché la mente non può che correre ai suoi primi personal computer, la figura di Steve Jobs, l'iPod e gli altri gingilli. Quindi guarderemo quella piccola mela, magari disegnata sul fianchetto in stile Ferrari, e sospireremo su un mondo che non c'è più.
Apple sta reclutando esperti e specialisti automotive come se non ci fosse un domani. L'ultimo è Doug Betts, l'ex Global head of Operations - Product and Service Quality di Fiat Chrysler Automobiles. Fino all'anno scorso aveva la completa responsabilità della qualità di tutti i veicoli prodotti dal colosso italo-statunitense. Da pochi giorni è stato assunto genericamente in Apple, area Operations.
Non si sa esattamente cosa voglia dire "Operations", ma il numero di assunzioni Apple in area automotive si sta facendo importante. Da Cupertino non hanno mai rivelato nulla, ma secondo indiscrezioni sarebbe in corso almeno un progetto di auto elettrica codificato come "Titan".
È risaputo che Apple e Tesla si siano sottratte vicendevolmente specialisti di vario tipo negli ultimi 12 mesi. Per altro l'AD Elon Musk si è vantato di averne "rubati" dieci volte di più.
A inizio 2015 il colosso di Cupertino ha assunto Paul Furgale, un noto ricercatore dell'Autonomous Systems Lab dello Swiss Federal Institute of Technology. Suo il coordinamento del progetto V-Charge della Commissione UE che prevedeva lo sviluppo di un veicolo capace di parcheggiare autonomamente in aree specifiche e ricaricarsi elettricamente da solo. Furgale da allora ha reclutato studenti e ricercatori da più università.
Non meno importante l'assunzione di Steve Zadesky, che secondo fonti autorevoli sarebbe diventato leader del dipartimento grazie alla sua esperienza in design maturata in Ford. Pare che abbia avuto carta bianca per l'eventuale creazione di un team da un migliaio di persone.
Betts comunque rimane la punta di diamante, l'unico che abbia profonde competenze negli aspetti produttivi che riguardano un veicolo. Ironia della sorte ha lasciato Fiat Chrysler un mese dopo la pubblicazione di un report di Consumer Reports che posizionava il marchio all'ultimo posto per affidabilità. Per un uomo che si occupava di qualità deve essere stato uno smacco.