BMW Italia ed Eni hanno formalizzato un accordo che potrebbe trasformare radicalmente le abitudini di rifornimento di mezzo milione di automobilisti, offrendo un'alternativa immediata e praticabile al diesel tradizionale senza richiedere alcun tipo di modifica ai veicoli già in circolazione.
La partnership si concentra sulla diffusione capillare dell'HVO (Hydrotreated vegetable oil), un biocarburante completamente rinnovabile che finora ha rappresentato più un simbolo che una reale opzione per i consumatori. Sebbene BMW equipaggi già da mesi le proprie vetture diesel con questo carburante direttamente in fabbrica, la mancanza di una rete distributiva adeguata aveva reso questa scelta puramente dimostrativa, costringendo i proprietari a tornare immediatamente al gasolio convenzionale dopo il primo rifornimento.
Secondo i dati forniti da BMW Italia, circa 500.000 automobili equipaggiate con motori B47 e B57 Euro 6d sono già tecnicamente pronte per utilizzare l'HVO in purezza. Questi propulsori, omologati dal 2015 in poi, non necessitano di alcun intervento tecnico o aggiornamento software per funzionare perfettamente con il nuovo biocarburante, rendendo la transizione completamente trasparente per l'utente finale.
Il vantaggio ambientale dell'operazione è significativo: l'HVO di Enilive promette una riduzione delle emissioni di gas serra fino al 90% rispetto al diesel fossile, calcolata sull'intero ciclo produttivo del carburante. La differenza sostanziale non si percepisce al momento del rifornimento, che avviene con le stesse modalità del gasolio tradizionale, ma risiede nella composizione del prodotto, realizzato esclusivamente con materie prime rinnovabili conformemente alla Direttiva Europea sulle Energie Rinnovabili.
Come ha sottolineato Massimiliano Di Silvestre, Presidente e AD di BMW Italia: "A differenza di tante promesse future, questo è un cambiamento reale e operativo. L'HVO è disponibile oggi, funziona sulle nostre auto e può dare un contributo concreto alla riduzione delle emissioni del parco circolante". Una dichiarazione che evidenzia la volontà di puntare su soluzioni immediatamente applicabili piuttosto che su progetti a lungo termine.
La produzione dell'HVO segue una filiera internazionale complessa che parte dall'Africa e si completa nelle raffinerie italiane. Eni ha sviluppato una rete di agri-hub in diversi Paesi africani, tra cui Kenya, Mozambico e Congo, dove vengono coltivati e lavorati oli vegetali derivanti da colture che non competono con la filiera alimentare e da materiali di scarto.
Questi oli vegetali vengono successivamente trasportati nelle raffinerie italiane, in particolare nello stabilimento di Gela, dove subiscono il processo di idrogenazione che li trasforma nel biocarburante finale. Il risultato è un prodotto che, pur non essendo a impatto zero, garantisce una riduzione delle emissioni di CO2 compresa tra il 60 e il 90% rispetto ai combustibili fossili tradizionali.
L'accordo tra BMW Italia ed Eni non si limita tuttavia ai biocarburanti, ma abbraccia anche il settore della mobilità elettrica attraverso la collaborazione con Plenitude. Il piano prevede lo sviluppo di nuovi hub di ricarica On The Road distribuiti strategicamente su tutto il territorio nazionale, con l'obiettivo di semplificare l'accesso alla ricarica per i proprietari di veicoli BMW elettrici e plug-in hybrid (per casa sempre meglio usare una wallbox).
Questa doppia strategia riflette un approccio pragmatico alla transizione energetica nel settore automotive: da un lato si offre una soluzione immediata per ridurre l'impatto ambientale del parco circolante esistente, dall'altro si costruisce l'infrastruttura necessaria per supportare la crescita della mobilità elettrica. Un modello che potrebbe rappresentare un template per altre partnership nel settore, dimostrando come la sostenibilità possa essere perseguita attraverso azioni concrete e immediatamente operative piuttosto che solo attraverso annunci e promesse future.