Cingolani a Sky TG24: aumenti sul carburante sono una truffa

Una truffa a danni di tutti gli automobilisti: è così che Roberto Cingolani, Ministro per la Transizione Ecologica, definisce questi aumenti.

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a cura di Francesco Daghini

Ai microfoni di Sky Tg24 il Ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani si è espresso con toni molto duri e senza mezzi termini nei confronti degli aumenti sul prezzo del carburante, parlando di una “spirale speculativa su cui guadagnano in pochi, una colossale truffa a spese delle imprese e dei cittadini”.

Viviamo in un’epoca di grande instabilità economica e i mercati reagiscono nervosamente a questa situazione, ma secondo il ministro la soluzione c’è ed è da ricercarsi in nuovi regolamenti: “è necessario stabilire un prezzo massimo oltre il quale gli operatori europei non possono andare, è fondamentale. Non si possono fare i conti senza l’Europa: serve un tetto massimo per il prezzo del gas, un costo appetibile da non affossare il mercato; si può discutere di una cifra di circa 80 euro megawatt/ora, che è già il doppio di quanto pagavamo un anno fa.”

Per lungo tempo l’Europa ha pagato circa 1 miliardo di euro al giorno alla Russia per l’acquisto di gas, e oggi il vecchio continente si trova a pagare per gli errori del passato: con Cingolani si è parlato anche di indipendenza energetica, e secondo il ministro sarà importante essere bravi a scegliere le nuove tecnologie energetiche su cui puntare, sfruttando intanto i giacimenti di gas già esistenti che abbiamo a disposizione. Secondo il Ministro per la Transizione economica avremmo a disposizione circa 2,5 miliardi di metri cubi di gas che possono essere offerti alle piccole e medie imprese più energivore a prezzi controllati. Il ministro non sembra interessato al nucleare, e sostiene che “adesso non avrebbe senso costruire centrali nucleari. Quello che non dobbiamo fare è perdere il treno delle nuove tecnologie. Dobbiamo accelerare sulle sorgenti rinnovabili.”

Intanto proseguono gli aumenti sul prezzo del carburante, mentre alcuni grandi marchi come Eni praticano i primi ribassi dopo settimane di rialzi incontrollati: -5 centesimi sui prezzi raccomandati, mentre la media continua a salire a pesare sulle tasche di tutti gli automobilisti.