Crisi dei semiconduttori? Non c’è problema, si tagliano gli optional

La carenza dei semiconduttori potrebbe portare i principali governi e produttori di auto a dover effettuare scelte importanti pur di non fermare la produzione.

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a cura di Luca Rocchi

Managing Editor

Dopo anni di ricerca, sviluppo e produzione di abitacoli sempre più impreziositi di sistemi altamente tecnologici, l'orologio evolutivo delle vetture moderne registra un primo ed importantissimo stop legato alla crisi dei semiconduttori.

La carenza di alcuni materiali ha colpito numerosi settori tra cui quello dell’automotive ormai da diversi mesi, imponendo alle case costruttrici di apportare qualche modifica in corso d’opera pur di non rallentare la produzione. Un esempio? Sicuramente Peugeot che nelle scorse settimane ha deciso di sostituire l’avanzato tachimetro digitale con un più classico sistema analogico che non richiede un particolare sforzo nell’utilizzo di componenti elettronici.

Renault, stando a quanto riportato da Automotive News Europe, avrebbe addirittura rimosso alcuni optional dai listini del nuovo SUV Coupé Arkana, che abbiamo avuto la possibilità di provare alcune settimane fa. General Motors, dal canto suo, avrebbe deciso di non installare alcuni moduli elettronici dedicati all'ottimizzazione del consumo di carburante sui suoi Chevrolet Silverado.

La situazione non è delle più rosee e nel corso dei prossimi mesi potrebbe addirittura peggiorare come anticipato a più riprese da BMW, Honda e Ford. La luce infondo al tunnel appare ancora lontana e la scarsità di componenti potrebbe protrarsi sino ai primi mesi del 2022. Le cause di questo improvviso shortage sono molteplici e non solamente limitate alla pandemia di Coronavirus e relativi lockdown. Tra le concause della crisi troviamo sicuramente l’impennata di richieste di microchip da parte dei principali produttori di computer, l’incendio del 2021 di una linea produttiva di Renesas Electronics (Giappone) e la chiusura inaspettata del Canal di Suez per 7 giorni. Inoltre è doveroso ricordare come il mercato dell’automotive rappresenti una piccolissima percentuale per i produttori di chip che sarebbero quindi più propensi a venderli a chi produce componenti hardware e smartphone.

Per superare la crisi, alcuni costruttori sono al lavoro per porre un rimedio all’attuale situazione. Mentre in USA si potrebbe ricorrere al “Defense Production Act” e dirottare le forniture al settore automotive, in Europa ci sarebbe l’intenzione di rivedere la strategia per ridurre la dipendenza dai fornitori extraeuropei, soprattutto asiatici. I costruttori, invece, potrebbero standardizzare dei circuiti integrati per più modelli di auto e installare i chip in un secondo momento non fermando quindi la produzione delle vetture. Un’ennesima soluzione potrebbe essere quello di riservare le scorte solo ai modelli più venduti o più redditizi.

Come se non bastasse, in aggiunta alla crisi dei semiconduttori è prevista una carenza di pneumatici che potrebbe avvenire già nelle prossime settimane. La gomma non sarebbe comunque l’unico mercato vicino alla crisi, si attende uno shortage di rame nei prossimi anni, entro il 2030.