Gigafactory Stellantis, l'Italia mette sul piatto 600 milioni di euro

L'ipotesi di costruire una Gigafactory in Italia da parte di Stellantis sembra essere piuttosto certa.

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a cura di Valentina Acri

L'ipotesi di costruire una Gigafactory in Italia da parte del colosso automobilistico nato dalla fusione tra FCA e PSA sembra essere piuttosto certa. Secondo quanto diffuso da un articolo di Reuters, il gruppo Stellantis ha come obiettivo investimenti per 1 miliardo di euro da destinare allo stabilimento che si occuperà di produrre batterie per auto elettriche.

Non a caso, il Governo Draghi ha avviato alcuni colloqui con i vertici del gruppo e non sembra mancare l'ottimismo sulla possibilità di ottenere ulteriori fondi da partner industriali e finanziari, congiuntamente a quelli inseriti nel Piano Nazionale di ripresa e resilienza per un totale di 600 milioni di  contributo pubblico da destinare al nuovo stabilimento.

Secondo quanto comunicato a Reuters da fonti del governo italiano, il piano del Governo sarebbe quello di istituire un grande schema di partenariato pubblico-privato (PPP) con una quota detenuta da Stellantis, ma non mancano le fonti che dichiarano che la società si è offerta di giocare un ruolo principale nell’attuazione del piano. 

L’intenzione di Stellantis di triplicare le sue vendite di veicoli elettrici e plug-in richiede inevitabilmente un’adeguata fornitura di batterie e, la costruzione di una Gigafactory per arrivare a disporre di una capacità produttiva di 130 GWh nel 2025 e di 250 GWh nel 2030, non potrebbe che ottimizzare i piani. Dopo Francia e Germania, l'Italia potrebbe dunque diventerebbe dunque il terzo sito per la produzione di batterie.

Sulla questione non sono mancate le parole del Presidente di Confindustria Basilicata, Francesco Somma che ha al proposito dichiarato:

 Melfi deve candidarsi a ospitare la Gigafactory di batterie per macchine elettriche. Il Presidente Draghi e il ministro Giorgetti si stanno battendo per portarla in Italia. Ma perché dare per scontato che venga realizzata a Torino? Dobbiamo alzare il tiro, e far sentire la nostra voce, di Basilicata e Puglia insieme, con una proposta condivisa anche con i sindacati.