Honda Jazz Hybrid 2023, cosa mi piace cosa no | La mia prova

Dopo oltre 20 anni, Honda Jazz continua a stupire grazie all'elevata dotazione di serie e abitabilità.

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a cura di Luca Rocchi

Managing Editor

Nata ufficialmente agli inizi degli anni 2000 come piccolo monovolume da città (MPV), Honda Jazz rinasce mantenendo però la sua classica forma che la ben distingue dal mercato odierno. I monovolumi, che siano di grandi o piccole dimensioni, sono sostanzialmente spariti dal mercato per far spazio a SUV e crossover; qui Honda ha deciso di far la differenza, mantenendo un formato ormai inedito ma che ben si sposa per chi necessita di una soluzione compatta ma con una buona abitabilità di bordo. 

L’attuale e quarta declinazione di Honda Jazz misura infatti 4089 millimetri in lunghezza, 1694 in larghezza e beneficia di una altezza di 1529 millimetri. L’allestimento di alta gamma Crosstar, oggetto di questa prova, vanta inoltre un assetto rialzato di 32 mm abbinato ad una estetica stile crossover con protezioni in plastica sui paraurti. 

Cosa mi piace 

Come anticipato in apertura, Honda Jazz è una piccola monovolume destinata per la città e a chi necessita di spazio in una soluzione di appena quattro metri di lunghezza; è proprio quest’ultimo aspetto uno di quelli che mi ha entusiasmato di più, l’agio a disposizione degli occupanti e la praticità delle soluzioni adottate dai tecnici di Honda. Lo spazio a bordo è infatti tanto, percettivamente elevato, complice la forma a “ovetto” della vettura che rende tutto visivamente più ampio. La plancia beneficia, ad esempio, di un doppio scompartimento sul lato del passeggero, davvero utile per stipare oggetti, di un bracciolo capiente e di numerosi porta bottiglia sparpagliati qui e là tra portiere, tunnel centrale e plancia stessa. La comodità è ulteriormente facilitata dalle ampie porte che si aprono quasi ad angolo retto, consentendo un'entrata e un'uscita agevoli.  

Seppur si tratti di una utilitaria con materiali notoriamente rigidi e fatti per durare nel tempo, Honda ha saputo bilanciare attentamente la qualità delle plastiche rivestendo quelle più vicine alla vista o al tocco con un pregevole materiale in simil pelle. In generale non si notano scricchiolii strani o accoppiamenti dubbiosi, la qualità a bordo di Jazz e tanta e la si nota anche dalla solidità dei pulsanti e rotori presenti, davvero piacevoli da utilizzare. Il display, installato in una posizione dominante e ben visibile da qualsiasi angolatura o condizione di luminosità, è ampio e dotato di connettività wireless (Android Auto e CarPlay si configurano quindi in un attimo).  

I sedili anteriori non dispongono della regolazione lombare, ma la loro comodità anche sui lunghi viaggi rende superflua tale funzionalità. Inoltre, sono dotati di riscaldamento e di poggiatesta regolabile in inclinazione di serie, un dettaglio di lusso per un'auto di questo segmento. Ottima quindi la posizione di guida, con un volante ampio con corona riscaldabile, ben demoltiplicato e ricco di funzionalità. La seduta posteriore del divano è piatta, garantendo comfort anche al quinto occupante, mentre il baule è nella media con una capacità di 304 litri (poco più di 1200 con i sedili abbattuti). 

Sorprende, infine, il sistema propulsivo full hybrid ideato da Honda per questa piccola Jazz ma tutti i dettagli li troverete di seguito nel paragrafo dedicato. 

Cosa non mi piace 

L’abitacolo di Honda Jazz è piuttosto ricco e ben congeniato; tuttavia, la presenza di una connettività wireless non abbinata ad una basetta di ricarica a induzione rende l’esperienza, soprattutto sui lunghi viaggi, poco agevole. A questo proposito, visto e considerato che lo spazio davanti al cambio è adeguato a contenere uno smartphone di ultima generazione, mi sarebbe piaciuto trovare una sistema di ricarica in grado di migliorare l’esperienza. Niente di gravissimo, ovviamente, se avete un cavo è sempre possibile caricare i dispositivi utilizzando le numerose porte USB-A presenti a bordo. 

Anche se si tratta di una finezza, e me ne rendo conto, avrei preferito una leva del cambio più compatta e vicina alla ricercatezza di stili attuata dai designer Honda all'interno di Jazz. L’unica possibilità è che il marchio abbia deciso di lasciare una leva “più classica” per avvantaggiare chi non è così vicino ai cambiamenti e alla guida. Insomma, può piacere e non piacere, personalmente avrei preferito qualcosa di più compatto. 

Come va 

Nell'ampio panorama delle auto ibride, Honda Jazz emerge come un'eccellente proposta spinta da una soluzione full hybrid “particolare”. Dotata di uno schema tecnico innovativo, Jazz vanta un motore a benzina da 1.5 litri da 107 cavalli che agisce come generatore di corrente a basse e medie velocità, mentre il motore elettrico si occupa di muovere l'auto. Superati gli 80-90 km/h e con acceleratore non premuto a fondo, entra in gioco una frizione che permette al motore a benzina (4 cilindri con cambio eCVT) di trasmettere la potenza alle ruote.   

La guida di Honda Jazz si distingue per la brillantezza e la silenziosità, specialmente in ambienti urbani dove il motore a benzina è spesso spento. Le sospensioni morbide assorbono agevolmente le irregolarità della strada, garantendo comfort anche su pavimentazioni irregolari. L’ampia vetrata anteriore con montanti sottili assicura una visibilità di prima categoria, ma i sensori di parcheggio risultano talvolta troppo sensibili, suonando frequentemente anche nel traffico. Il passaggio dalla frenata rigenerativa ai freni a disco (anche posteriori) è fluido, così come quello tra unità elettrica e endotermica che avviene quasi senza incertezze. 

Per quanto riguarda la dinamica di guida, Honda Jazz è un’auto morbida, confortevole e con una chiara impostazione sull’efficienza. I consumi sono quindi molto interessanti: in città non è impossibile sfiorare i 28 km/l, in ambiente extraurbano si può arrivare a 24-25 km/l, mentre in autostrada a 130 km/h il consumo si spinge fino a 15 km/l. Un valore che non sorprende considerata la forma della vettura, l’altezza da terra e la natura stessa del sistema propulsivo. In generale con un pieno (40 litri) e un utilizzo misto (50% autostrada) sono riuscito a percorrere poco più di 900 km. Il cruise control è di tipo adattivo, con un funzionamento nella media senza incertezze. 

Validi, infine, gli ADAS anche se l’assenza del monitoraggio dell’angolo cieco (BSI) e del controllo traffico in manovra (CTM) lasciano con l’amaro in bocca. La sicurezza a bordo è attentamente curata e la presenza di ben 10 airbag è un chiaro testimone; tuttavia, l’assenza di aiuti di guida così semplici ma funzionali potrebbe non piacere a tutti. Preciso, in ogni caso, che questi due sistemi sono assenti solo sull'allestimento Crosstar.

Chi dovrebbe acquistarla? 

Honda Jazz Hybrid è disponibile in quattro allestimenti con prezzi a partire da 26.400 euro (Elegance) fino ad arrivare a 29.650 euro (Crosstar, oggetto di questa prova). La nuova Honda Jazz mantiene l'ampio spazio dell'abitacolo della sua generazione precedente, sebbene il bagagliaio risulti leggermente più piccolo, a causa della presenza delle batterie. Nell'ambiente urbano, la Honda Jazz si distingue per la sua prontezza e maneggevolezza, oltre a garantire un consumo ridotto di carburante. Il prezzo è allineato a soluzioni analoghe con sistemi propulsivi simili, ma Jazz dalla sua offre anche un equipaggiamento ricco (soprattutto per quanto riguarda i sistemi di sicurezza e la guida).  

Jazz si posiziona in segmento fitto di proposte, come la più classica Toyota Yaris Hybrid (o Mazda2 Hybrid), che tuttavia non riescono ad offrire il medesimo livello di abitabilità in una lunghezza di appena 4 metri.