L'ascesa della mobilità elettrica ha introdotto nuove abitudini e nuove tecnologie nella vita quotidiana degli italiani. Tra queste, la wallbox domestica rappresenta la soluzione più comoda, sicura ed efficiente per la ricarica del proprio veicolo a zero emissioni. Tuttavia, una delle domande più frequenti che si pone chi si appresta a installare una stazione di ricarica privata riguarda la potenza necessaria. La scelta della potenza della wallbox è un fattore cruciale che incide sui tempi di ricarica, sui costi e sulla gestione dell'energia domestica.
Una decisione affrettata potrebbe tradursi in un'esperienza di ricarica frustrante o in una spesa ingiustificata. In questo articolo approfondiremo tutti gli aspetti da considerare per individuare la potenza ideale per la propria wallbox domestica, analizzando le normative vigenti, i costi e le tecnologie a disposizione.
Quanta potenza deve avere il contatore domestico?
Il punto di partenza per la scelta della potenza della wallbox è l'analisi del proprio impianto elettrico domestico. La maggior parte delle abitazioni in Italia è dotata di un contatore monofase da 3,3 kW. Sebbene sia tecnicamente possibile ricaricare un'auto elettrica con una potenza così limitata, è fondamentale essere consapevoli che i tempi si allungheranno notevolmente e che il rischio di superare la potenza disponibile, causando un blackout, sarà sempre in agguato, specialmente se si utilizzano contemporaneamente altri elettrodomestici energivori come il forno o la lavatrice.
Per una gestione più serena e per tempi di ricarica più ragionevoli, è spesso consigliabile richiedere un aumento della potenza del contatore. Un passaggio a 4,5 kW o, ancora meglio, a 6 kW in monofase, rappresenta nella maggior parte dei casi un ottimo compromesso. Questa scelta permette di installare una wallbox da 3,7 kW (tipo questa) o addirittura da 7,4 kW, garantendo una ricarica completa della maggior parte delle auto elettriche in una notte e un utilizzo senza ansie degli altri apparecchi domestici.
È importante considerare che l'aumento di potenza ha un costo, che si compone di una quota fissa per la pratica e di un contributo per ogni kW di potenza aggiuntiva richiesto, secondo le tariffe stabilite dall'Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA) e dal proprio fornitore di energia. Indicativamente, per passare da 3 a 6 kW, la spesa una tantum si aggira intorno ai 250-300 euro, a cui si aggiunge un leggero incremento del costo fisso in bolletta.
Oltre alla potenza del contatore, è essenziale valutare le proprie abitudini di guida. Quanti chilometri si percorrono in media ogni giorno? Si effettuano prevalentemente tragitti brevi casa-lavoro o lunghi viaggi? Un automobilista che percorre quotidianamente 30-40 km avrà esigenze di ricarica diverse rispetto a chi ne percorre 150. Nel primo caso, una wallbox da 3,7 kW potrebbe essere più che sufficiente a ripristinare l'autonomia durante la notte. Nel secondo, una soluzione da 7,4 kW o superiore diventa quasi indispensabile per avere la certezza di partire ogni mattina con la batteria al 100%.
Qual è la differenza tra monofase e trifase?
Le wallbox domestiche si suddividono principalmente in base alla potenza erogata e al tipo di connessione, monofase o trifase. La scelta dipende strettamente dalla fornitura elettrica della propria abitazione e dalla capacità di ricarica dell'auto.
Le wallbox monofase sono le più comuni in ambito residenziale e sono disponibili tipicamente in due taglie di potenza: 3,7 kW e 7,4 kW. Una wallbox da 3,7 kW permette di recuperare circa 15-20 km di autonomia per ogni ora di ricarica, mentre una da 7,4 kW consente di raddoppiare questa performance, raggiungendo i 35-40 km di autonomia oraria. La maggior parte delle auto elettriche e ibride plug-in in commercio può essere ricaricata in corrente alternata (AC) a queste potenze.
Per chi dispone di un contatore trifase, solitamente presente in abitazioni di grandi dimensioni, ville o contesti lavorativi, si apre la possibilità di installare wallbox con potenze superiori. Le più diffuse sono quelle da 11 kW e 22 kW. Una wallbox da 11 kW, che richiede appunto una connessione trifase, può garantire fino a 60-65 km di autonomia per ogni ora di ricarica. La versione da 22 kW, il massimo della potenza disponibile in corrente alternata per la ricarica domestica, può superare i 100 km di autonomia oraria.
Tuttavia, è fondamentale verificare che il caricatore di bordo della propria auto sia in grado di supportare tali potenze. Molti modelli, infatti, pur potendo essere collegati a una wallbox da 22 kW, limitano la potenza di ricarica in AC a 11 kW o addirittura a 7,4 kW. In tal caso, installare una wallbox più potente sarebbe una spesa inutile, in quanto la velocità di ricarica sarebbe comunque limitata dall'auto stessa.
Qual è l'importanza del caricatore di bordo dell'auto?
Un aspetto spesso sottovalutato nella scelta della wallbox è la potenza massima di ricarica in corrente alternata (AC) accettata dal caricatore di bordo del veicolo elettrico. Questo componente, integrato nell'auto, ha il compito di convertire la corrente alternata della rete elettrica in corrente continua (DC) per immagazzinarla nella batteria. La sua potenza determina la velocità massima alla quale l'auto può essere ricaricata tramite una wallbox.
È quindi inutile installare una wallbox da 11 kW se il caricatore di bordo della propria auto accetta al massimo 7,4 kW. La ricarica avverrà comunque a quest'ultima potenza. Prima di procedere con l'acquisto e l'installazione della stazione di ricarica, è pertanto essenziale consultare la scheda tecnica della propria auto elettrica per conoscere questo dato fondamentale. Le case automobilistiche offrono spesso caricatori di bordo con potenze diverse a seconda degli allestimenti.
Ad esempio, un modello base potrebbe avere un caricatore da 7,4 kW, mentre una versione più accessoriata potrebbe montarne uno da 11 kW o, più raramente per la ricarica in AC, da 22 kW. La scelta della wallbox dovrà quindi essere allineata a questa caratteristica per ottimizzare l'investimento e garantire la massima efficienza di ricarica possibile per il proprio veicolo.
Cos'è la gestione dinamica del carico?
Per chi desidera la massima potenza di ricarica senza dover necessariamente richiedere un significativo aumento della potenza del contatore e per evitare il rischio di blackout, la soluzione ideale è rappresentata dalle wallbox dotate di sistema di gestione dinamica del carico (Dynamic Load Management - DLM). Questa tecnologia intelligente monitora in tempo reale i consumi elettrici dell'abitazione e modula di conseguenza la potenza erogata alla wallbox.
In pratica, se in casa sono in funzione diversi elettrodomestici e il consumo si avvicina alla soglia massima del contatore, il sistema DLM riduce automaticamente la potenza di ricarica dell'auto per evitare il sovraccarico. Non appena i consumi domestici diminuiscono, ad esempio durante la notte, il sistema ripristina la massima potenza di ricarica disponibile.
In questo modo, è possibile installare una wallbox da 7,4 kW anche con un contatore da 6 kW, sfruttando al massimo la potenza disponibile senza mai superarla. La gestione dinamica del carico garantisce una ricarica sicura, efficiente e ottimizzata, rappresentando un investimento intelligente per una gestione energetica domestica senza pensieri.

Molti modelli di wallbox di ultima generazione integrano questa funzionalità, che può essere gestita comodamente tramite app dedicate, offrendo un controllo completo sull'intero processo di ricarica. La presenza di incentivi, come il bonus colonnine domestiche, può inoltre rendere l'installazione di una wallbox con queste caratteristiche ancora più conveniente, contribuendo a una transizione verso la mobilità elettrica sempre più accessibile e sostenibile.
Alcune wallbox consigliate
Green Cell GC EV, grazie alla sua potenza regolabile in 3 step (7,2, 11 e 22 kW), è un ottimo modello per l'utente esigente che non vuole precludersi la possibilità di ricaricare alla massima potenza casalinga disponibile a un prezzo sufficientemente contenuto. Sul corpo della wallbox troviamo un display LCD che fornisce informazioni sulla ricarica, e poco più sotto un LED colorato che indicato lo stato del funzionamento del caricatore. Questo wallbox può essere utilizzato senza problemi all'esterno grazie alla certificazione IP66 che indica la resistenza a forti getti d'acqua. Il cavo di ricarica fornito in dotazione è lungo ben 6 metri e nella scatola si trova anche un comodo perno da fissare al muro per riporre il cavo in modo ordinato, senza lasciarlo sul pavimento.
La potenza di ricarica è regolabile fino a 11 kW, e le spese di installazione sono contenute grazie al sistema integrato di rilevamento di sovracorrente. Questa è una soluzione plug-and-play conveniente e di facile utilizzo. Questo modello è adatto per tutti i veicoli elettrici e ibridi con una presa di ricarica Tipo 2 conforme a IEC 62196-2. Si prega di notare che è omologato per i seguenti paesi: Inghilterra, Francia, Italia, Paesi Bassi, Spagna, Austria, Svizzera, Finlandia e naturalmente Germania. Le Wallbox di Heidelberg senza l'etichetta "EUROPA" sono testate e omologate solo in Germania.
La wallbox Pulsar Plus è una delle più capaci tra quelle disponibili sul mercato: è in grado di operare fino a 7,4 kW in monofase e fino a 22 kW in trifase, qualora il nostro impianto casalingo fosse sufficientemente potente da supportarla, e offre probabilmente il miglior rapporto qualità prezzo tra le wallbox ad oggi disponibili. E' di dimensioni contenute, compatibile con l'utilizzo all'esterno, è dotata di un cavo di ricarica lungo 7 metri con connessione di tipo 2 ed è compatibile con l'applicazione myWallbox che permette di creare una programmazione di ricarica per spendere meno possibile in corrente; inoltre è possibile sottoscrivere un abbonamento qualora la wallbox fosse posizionata in luoghi aperti al pubblico, così da gestire al meglio le diverse ricariche. Tra le caratteristiche di spicco della Pulsar Plus c'è la capacità di gestire energia proveniente dai pannelli solari.