Il peggior risultato di Mansory? Purtroppo è una Ferrari

Trasformazione no sense: Mansory crea tre esemplari unici di Ferrari Purosangue con doppi alettoni, prese d'aria sui parafanghi e diffusore esagerato

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a cura di Tommaso Marcoli

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Nel panorama delle elaborazioni automobilistiche estreme, Mansory continua a spingere oltre ogni limite il concetto di personalizzazione, questa volta prendendo di mira la Ferrari Purosangue con una creazione che lascia senza parole...e non nel senso positivo della frase. La casa tedesca, nota per le sue interpretazioni audaci e spesso controverse, ha recentemente presentato la "Pugnator Tricolore", un'evoluzione ancora più radicale della già eccentrica Pugnator svelata lo scorso settembre. Questa nuova versione speciale, prodotta in soli tre esemplari (per fortuna!), rappresenta un'interpretazione così estrema del SUV di Maranello da far pensare che Mansory stia deliberatamente provocando gli appassionati di design automobilistico con scelte stilistiche al limite del comprensibile.

Ciò che colpisce immediatamente della Pugnator Tricolore è l'aggiunta di un secondo spoiler posteriore con struttura a collo d'oca che si estende dal portellone, affiancando quello già presente sul tetto nella versione standard. Questa soluzione aerodinamica, accompagnata da un nuovo diffusore posteriore con quattro terminali di scarico centrali, trasforma radicalmente la silhouette del veicolo, donandole un aspetto quasi da auto da competizione.

L'elaborazione non si ferma qui. Mansory ha dotato la vettura di tutti gli elementi caratteristici del proprio stile: prese d'aria laterali sovradimensionate, canard frontali aggressivi, nuovi parafanghi allargati e diversi altri aggiornamenti visivi che rendono impossibile confondere questa creazione con una Purosangue di serie. Il tutto è completato da cerchi asimmetrici da 22 pollici all'anteriore e addirittura 23 pollici al posteriore, che accentuano ulteriormente la presenza scenica della vettura.

La livrea dell'esemplare presentato riprende i colori della bandiera italiana, con una predominanza di bianco interrotto da dettagli verdi e rossi. Questa scelta cromatica, per quanto patriottica, amplifica l'impatto visivo già estremo della carrozzeria modificata, rendendo la Pugnator Tricolore impossibile da ignorare.

Nonostante l'esuberanza degli esterni, gli interni della Pugnator Tricolore rivelano una cura sorprendente. L'abitacolo è principalmente bianco, con accenti rossi e verdi distribuiti sui sedili e sulla console centrale. La vera peculiarità si trova nella divisione cromatica tra il lato guidatore, caratterizzato da dettagli rossi, e il lato passeggero, dove dominano gli accenti verdi. Questa soluzione, per quanto inusuale, risulta paradossalmente più equilibrata e raffinata rispetto alle scelte stilistiche adottate per l'esterno della vettura.

Sul fronte delle prestazioni, Mansory non si è limitata a modifiche estetiche. La Pugnator Tricolore beneficia degli stessi aggiornamenti meccanici della versione base Pugnator, con un intervento sulla centralina elettronica e un nuovo impianto di scarico sportivo che elevano la potenza del V12 6.5 litri Ferrari a 755 cavalli e  di coppia. Si tratta di un incremento relativamente modesto di 40 cavalli rispetto alla Purosangue di serie, che fa sorgere spontanea la domanda se tale potenziamento giustifichi un kit estetico così radicale.

La Pugnator Tricolore rappresenta perfettamente la filosofia Mansory: non cerca il consenso unanime, ma piuttosto si propone come oggetto di discussione e divisione tra gli appassionati. Mentre alcuni apprezzeranno l'audacia e l'unicità di questa interpretazione, molti puristi del marchio Ferrari (vi servirà un cappellino per passare inosservati...) probabilmente la considereranno un'eresia stilistica. Ciò che è certo è che Mansory ha raggiunto il suo obiettivo primario: creare un'automobile che non passa inosservata e che porta all'estremo il concetto di personalizzazione automobilistica.

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