Il 2024 si è chiuso con un bilancio straordinario per Lamborghini: 10.687 vetture consegnate, segnando un incremento del 5,7% rispetto all'anno precedente e confermando la casa del Toro come uno dei marchi più desiderati al mondo. Dietro questi numeri record si cela però una strategia industriale complessa, che vede l'azienda di Sant'Agata Bolognese navigare tra le pressioni normative europee e la volontà di preservare l'anima più autentica del brand.
Una filosofia che si riassume nella determinazione a mantenere i motori a combustione interna il più a lungo possibile, nonostante l'industria automobilistica stia accelerando verso l'elettrificazione.
La Urus ha dominato le vendite con 5.662 unità, seguita dalla Huracán con 3.609 esemplari e dalla nuova Revuelto con 1.406 vetture. Completano il quadro le ultime 10 Aventador, la cui produzione ha dovuto essere riavviata dopo che diversi esemplari Ultimae sono andati perduti nell'incendio e nel successivo affondamento della nave cargo Felicity Ace.
Il successo commerciale si traduce in liste d'attesa che si estendono fino al 2026 per la Urus e al 2027 per la Revuelto, testimoniando una domanda che supera abbondantemente l'offerta.
L'era dei motori puramente termici Lamborghini è ufficialmente terminata. Ogni modello della gamma attuale integra ora un sistema di elettrificazione, seppur mantenendo al centro dell'esperienza di guida il ruggito dei propulsori tradizionali. La nuova Temerario rappresenta forse il cambiamento più significativo: ha abbandonato il glorioso V10 aspirato che caratterizzava Gallardo e Huracán, adottando invece un V8 biturbo da 4.0 litri abbinato a un sistema ibrido (dovrete munirvi di wallbox).
Anche la Revuelto, pur conservando l'iconico V12, ha dovuto accettare il supporto dell'elettrificazione per rispettare le sempre più stringenti normative sulle emissioni. Si tratta di compromessi tecnici che Rouven Mohr, Chief Technical Officer del marchio, considera necessari ma non definitivi: "Crediamo ancora di avere molte idee da sviluppare per il futuro della combustione", ha dichiarato alla rivista australiana CarExpert.
La filosofia aziendale rimane salda sulla convinzione che i propulsori elettrici non possano replicare il coinvolgimento emotivo garantito dai motori termici. È questa connessione viscerale, secondo Mohr, che permette a Lamborghini di rimanere "l'apice dell'emozione" nel panorama automobilistico mondiale.
Mentre la concorrente Ferrari ha già largamente elettrificato la propria gamma e si prepara a svelare parzialmente la sua prima vettura completamente elettrica questo ottobre, Lamborghini adotta un approccio più cauto.
Il concept Lanzador, presentato due anni fa come primo esperimento elettrico del marchio, ha già subito un rinvio di un anno e non arriverà in produzione prima del 2029. La gran turismo 2+2 rappresenta il futuro elettrico dell'azienda, ma un futuro ancora lontano e incerto.
L'azienda emiliana pone grandi speranze nei carburanti sintetici come possibile salvezza per i motori a combustione. Sebbene Mohr non abbia fornito dettagli specifici sui piani in questo ambito, Lamborghini ha ripetutamente indicato gli e-fuel come una tecnologia chiave per conciliare prestazioni emozionali e sostenibilità ambientale.
La strategia a lungo termine prevede il raggiungimento della neutralità carbonica entro il 2050, un obiettivo ambizioso che dovrà necessariamente passare attraverso soluzioni innovative.
Il tempo a disposizione potrebbe però essere più limitato del previsto. In Europa, il divieto proposto per il 2035 sui nuovi veicoli che producono emissioni potrebbe costringere Lamborghini ad abbandonare prematuramente i motori termici, a meno che la produzione di carburanti sintetici non raggiunga una scala industriale sufficiente. Una sfida che coinvolge non solo l'azienda italiana, ma l'intero settore automotive europeo.
Per ora, Lamborghini non ha fretta di aggiungere un quarto modello alla propria gamma. La combinazione tra domanda elevata, capacità produttiva limitata e incertezze normative suggerisce un approccio prudente, focalizzato sulla massimizzazione della qualità piuttosto che sulla crescita dei volumi. Il marchio del Toro continua così a rappresentare l'eccellenza italiana nel segmento delle supercar, navigando con determinazione tra tradizione e innovazione.