L'inquinamento fa più danni alla salute di quanto pensassimo

Una ricerca spiega perché l'inquinamento delle auto (e non solo) ha gravi conseguenze sulla salute del nostro sistema respiratorio.

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a cura di Francesco Daghini

La Keck School of Medicine dell'Università della California del Sud ha pubblicato qualche giorno fa una nuova ricerca che mostra come le particelle che vanno a comporre l'inquinamento atmosferico siano responsabili per una gran parte delle malattie dei sistemi respiratori a causa del fenomeno chiamato autofagia, un meccanismo di difesa delle cellule che prevede la rimozione selettiva di componenti danneggiate dal nucleo della cellula.

La ricerca è stata condotta da Edward Crandall, professore universitario e ricercatore presso l'istituto Will Rogers per la ricerca polmonare, direttamente collegato alla Keck School of Medicine; grazie a questa ricerca, Crandall e il suo team hanno scoperto un passaggio chiave che spiega perché l'inquinamento atmosferico aumenta le malattie: in poche parole, l'esposizione a particolato e altre sostanze inquinanti va ad attivare il processo di autofagia che però è stato scoperto avere un limite, oltre il quale non può più difendere la cellula da agenti esterni.

Per verificare l'ipotesi della ricerca sono state utilizzate delle cellule polmonari esposte prima a delle nanoparticelle e poi alla rapamicina, una sostanza conosciuta per stimolare l'autofagia; infine, le cellule sono state esposte a entrambe le sostanze in contemporanea, verificando che il livello di protezione dell'autofagia non è aumentato poiché ha rapidamente raggiunto il suo limite.

Questo significa che una cellula intenta a proteggersi da sostanze inquinanti, come ad esempio quelle provenienti dai tubi di scappamento delle automobili, avrà meno forza per proteggersi da altri fattori esterni come il fumo inalato o un'infezione batterica. Questa scoperta spiega come mai nelle zone con aria più inquinata si registra un tasso maggiore di malattie croniche del sistema respiratorio, fibrosi e cancro ai polmoni.

La ricerca ha permesso inoltre di sviluppare un nuovo metodo per studiare l'autofagia utilizzando delle tinte fluorescenti e nuovi sistemi per fotografare le cellule: in questo modo si può quantificare l'autofagia che sta avvenendo all'interno della cellula e valutare se si è già raggiunto il limite. Queste scoperte potrebbero avere una grande importanza nel campo della ricerca contro il cancro e altre malattie del sistema respiratorio.