Mercato auto in Italia, cresce l'usato tra incertezza e tradizione

L'ultimo sondaggio sul mercato italiano conferma la crescita dell'usato e le motivazioni dietro l'acquisto di una nuova auto.

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a cura di Alessandro Martini

L'ultima ricerca realizzata dalla società Areté su un campione di oltre 500 cittadini italiani conferma che il nostro paese non è esattamente lo specchio di cambiamenti e rivoluzioni. Oggetto del sondaggio erano le intenzioni di acquisto verso le auto di recente immatricolazione (Euro 5 e 6) nel breve e medio periodo. 1 persona su 10 si è detta intenzionata a cambiare vettura da qui a fine anno, ma l'aspetto più importante riguarda la crescita dell'usato (quasi la metà dei prossimi acquisti).

Qui incidono molti fattori iniziando da quello economico e arrivando all'incertezza derivata dal periodo di transizione che sta attraversando il mondo dell'automobile. Tra i regolamenti fissati dall'Europa sulle auto elettriche, i nuovi incentivi in ritardo e i prezzi ancora alti del settore EV, non è facile compiere una scelta cossiddetta "future proof". Per questa ragione, in molti puntano ancora sull'auto usata mentre aspettano che la situazione si regolarizzi in via definitiva.

Se 4 italiani su 10 si dicono diretti verso l'usato, permangono vecchie abitudini e luoghi comuni alla base di questa decisione. Ad esempio, la paura di un possibile furto dell'auto nuova di zecca o di danni seri perché in famiglia ci sono neopatentati. Inoltre, gran parte degli intervistati (che puntano sull'usato) è ancora diretta ai motori termici, con le elettriche come ultima scelta. Migliore il risultato dei motori ibridi che arrivano al 40% di interesse.

Continuando nella tradizione nostrana, chi punta sul nuovo lo fa per mancanza di fiducia nell'usato (non importa che i concessionari offrano la garanzia). Altre motivazioni riguardano le nuove tecnologie e caratteristiche aggiuntive offerte dagli ultimi modelli, mentre quasi nessuno parla di prestazioni. Del resto, l'auto viene considerata prima di tutto un mezzo per muoversi più o meno ovunque. Il 71% del campione preferisce questo veicolo rispetto a tutti gli altri, con bici e moto ferme al 10%.

Per finire, nemmeno sui metodi di acquisto troviamo grosse sorprese: l'80% degli intervistati preferisce i classici concessionari a Internet e la stessa percentuale tiene d'occhio gli incentivi. In pratica questa ricerca (seppure su un campione limitato) conferma tutto quello che sapevamo, solo in modo più razionale. Quindi possiamo prevedere che la transizione energetica e il passaggio ai motori elettrici, da noi, impiegheranno molto tempo.

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