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MotoGP Indonesia 2022: cosa possiamo aspettarci?

A Mandalika, in Indonesia, va in scena la seconda gara di MotoGP del campionato. Tutti aspettano Bagnaia, Quartararo e Marquez

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a cura di Fabio Fagnani

Pubblicato il 18/03/2022 alle 17:49
Il Motomondiale è pronto a ripartire dall’Indonesia dopo il debutto di due settimane fa a Losail in Qatar, dove il tricolore italiano è stato esposto sul gradino più alto del podio in tutte le categorie. Si dice nel paddock che il Qatar non è mai una prova determinante per il proseguimento del campionato o per determinare i favori del pronostico. Basti pensare alla vittoria dello scorso anno di Maverick Vinales, poi “licenziato” da Yamaha e ingaggiato da Aprilia o alle due vittorie consecutive, nel 2018 e nel 2019, da parte di Andrea Dovizioso che si è dovuto arrendere a un Marc Marquez straripante. In Qatar, Enea Bastianini ha vinto la sua prima gara in MotoGP dimostrando una maturazione e una velocità invidiabile, sicuramente da parte delle Ducati ufficiali che erano le grandi attese a Losail e invece si sono dimostrate le grandi deluse e deludenti. Quindi cosa è giusto aspettarsi dal Gran Premio di Mandalika?

Partiamo dal comprendere di che circuito si tratta, anche perché è una novità di questa stagione. Si chiama Mandalika International Circuit che ha ospitato i test pre stagionali. L’ampiezza della pista è di 15 metri, ossia un circuito largo, sicuramente abbastanza da tenere incollati gli spettatori che sperano in uno spettacolo fatto di sorpassi e bagarre. In totale ci sono 17 curve previste dal percorso, di cui 11 a sinistra e 6 a destra. L’ultima curva, quella prima del traguardo finale, lancia i piloti verso il rettilineo. Nei test il miglior tempo è stato fatto segnare dalla Honda del Team HRC di Pol Espargaro che ha bloccato il cronometro a 1’31″060. L’unico altro dato che abbiamo per capire il livello di questo test è il tempo di Toprak Razgatlıoğlu in Superbike, 1’34”288. Solo le libere e le qualifiche potranno confermare se il tempo dello spagnolo è buono oppure no. Questo weekend sarà un esperimento per tutti e forse sarà ancora più divertente e scombinerà ancora di più le carte rispetto al Qatar. 

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Moto3: Foggia è il favorito

In Moto3 dopo la vittoria incredibile di Andrea Migno, il più atteso è Dennis Foggia. Lo scorso anno, nonostante un inizio di stagione complicato, si è giocato il titolo con Acosta. Quest’anno il pilota romano del Team Leopard è senza alcun dubbio il favorito. È veloce, ha un team incredibile, che sa cosa significa vincere i titoli mondiali (chiedere a Kent, Mir e Dalla Porta) e soprattutto ha tanta fame di vittoria. In Qatar è partito ultimo, ha subito due long lap penalty, ed è comunque riuscito a chiudere settimo. In sostanza, non ci sarebbe stata partita fosse partito in prima fila. A Mandalika, le forze in gioco saranno simile a quelle viste a Losail: Foggia in primis, poi Migno insieme a Sasaki, Artigas, Oncu, ma soprattutto Jaume Masia, impalpabile al debutto mondiale. 

Moto2: quando arriva Acosta?

Nella categoria di mezzo, la Moto2, c’è stata forse la sorpresa più grande. Non mi riferisco soltanto alla vittoria eccezionale di Celestino Vietti che ha dato spettacolo e ha dimostrato una crescita costante e veloce rispetto alla scorsa stagione. Aspettarsi che Vietti possa continuare a vincere non sarebbe giusto nei confronti di un pilota giovanissimo e che ancora deve imparare a vincere, ad avere costanza e concentrazione. Tra i favoriti per vincere a Mandalika c’è sicuramente Pedro Acosta. Lo spagnolo lo scorso anno ha sorpreso tutti dominando la Moto3 e quasi all’unanimità il paddock è convinto che possa vincere anche in questa stagione, inseguendo i successi di Marc Marquez. Lo spagnolo in Qatar ha deluso tutti, forse le troppe pressioni al debutto hanno giocato uno scherzo che nemmeno un fuoriclasse come Acosta ha saputo gestire. Vincere in Moto2, però, è difficile ed è per questo che i pretendenti al titolo, quantomeno all’inizio, sono molti. Tra gli altri piloti pronti a darsi battaglia ci sono sicuramente il rookie italiano Tony Arbolino, l’esperto britannico Sam Lowes e lo spagnolo Aaron Canet. 

MotoGP: a Mandalika vincerà un protagonista

Veniamo alla classe regina. Una volta si chiamava così la 500, oggi è la MotoGP che senza Valentino Rossi ha perso un pezzo di storia, basti pensare che la MotoGP non era mai iniziata senza il dottore in griglia. È forse per questo che gli ascolti sono calati: i dati parlano di circa mezzo milione di ascolti in meno rispetto al 2021, in Italia, ma aumentano i dati nelle classi minori. Serve un nuovo Valentino? Forse, ma anche una serie di piloti forti, interessanti, fotogenici sicuramente aiuterebbe l’aumento dello share per questo sport. Ad aiutare, di certo, sono le vittorie azzurre e quella di Enea Bastianini è stata qualcosa di unico nel suo genere. Il pilota riminese nel team di Gresini ha vinto nella memoria di Fausto al debutto stagionale in una gara intelligente, paziente, matura. La Ducati ha già compreso quanto sia importante Enea per il futuro del Team. Pensare che possa essere competitivo per il mondiale forse è sin troppo pretenzioso, ma la fame dopo la prima vittoria è troppa per non inserirlo tra i pretendenti al podio al Gran Premio dell’Indonesia. Non nascondiamo i protagonisti dietro la prestazione del Qatar. Prima o poi Pecco Bagnaia, Fabio Quartararo e Marc Marquez verranno fuori dai blocchi e prenderanno il sopravvento sugli altri. A Mandalika sarà una sorpresa capire quale delle tre moto sarà la migliore: Ducati, Honda o Yamaha? Di certo in Qatar la M1 è stata la peggiore moto in pista, sia da un punto di vista di performance, sia per i risultati finali. Le Ducati ufficiali sono state pressoché inesistenti, ma è d’obbligo evidenziare la vittoria di Bastianini sulla moto di Borgo Panigale, mentre la Honda ha conquistato il podio con Pol Espargaro con una moto buona per tutti, ma non per Marquez che non è riuscito ad andare oltre il quinto posto.

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L’Indonesia è solo la seconda tappa di un campionato lungo ventuno checkpoint. Sarà la stagione più lunga della storia del Motomondiale. Anche se siamo ancora all’inizio del campionato gli ordini gerarchici inizieranno ad emergere nel corso del weekend, anche se qualche outsider è sempre pronto a uscire allo scoperto e conquistare il podio. Potrebbe essere l’Aprilia di Aleix Espargaro oppure, come in Qatar, la KTM del sudafricano Brad Binder. 

Dopo il Gran Premio di Indonesia, il circus della MotoGP rimarrà fuori dall’Europa per altri due GP. Il 3 aprile prenderà il via il Gran Premio di Argentina a Termas de Rio Hondo, mentre il weekend successivo si volerà in Texas per il GP degli Stati Uniti d’America. Quattro tappe importanti che potrebbero già fornire le prime avvisaglie sul proseguimento della stagione anche se, come ogni anno, il vero campionato inizia quando si torna nel vecchio continente. Dal rientro dall’America ci sono, infatti, ben dodici gran premi in europa per poi andare nel quadrilatero asiatico, dove di solito si decide il campionato, e chiudere il Motomondiale a Valencia. Prima di arrivare alla ventunesima gara, però, dobbiamo gustarci un intero campionato fatto di velocità, sudore, fatica, adrenalina, follia, emozioni e talento.

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