Rivian in causa con uno dei suoi azionisti

Rivian è nei guai: gli azionisti sono sul piede di guerra, gli acquirenti annullano gli ordini, il 2022 è iniziato proprio male.

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a cura di Francesco Daghini

Gli ultimi mesi sono stati molto difficili per Rivian, con l’inizio del 2022 che ha portato con sé diversi problemi; circa un anno fa in molti erano convinti che il 2021 sarebbe stato l’anno in cui Rivian avrebbe finalmente portato sul mercato i suoi tanto chiacchierati pick-up e SUV elettrici, ma ad oggi gli esemplari consegnati sono davvero pochi, con il risultato che il valore in borsa della compagnia è calato visibilmente.

Il nuovo polo produttivo da 5 miliardi di dollari la cui costruzione dovrebbe avvenire in Georgia è ancora bloccato a causa di rimostranze da parte dei locali; alla fine di febbraio Rivian e lo stato della Georgia hanno finalmente trovato un accordo per la realizzazione della nuova fabbrica, ma subito dopo Rivian ha deciso di alzare i prezzi sul suo listino, causando molto malcontento.

Rivian sostiene di aver alzato i prezzi per compensare l’inflazione rispetto ai prezzi fissati dal 2018, ma come potete immaginare questa decisione ha fatto arrabbiare molti potenziali acquirenti, oltre agli azionisti della compagnia: il risultato è stato che dopo l’aumento di prezzi la compagnia ha perso ulteriore valore in borsa.

“Presto, dobbiamo tornare sui nostri passi!” avranno pensato i dirigenti di Rivian quando hanno deciso di tornare ai prezzi originali, ma ormai il danno era fatto: ad oggi la situazione si è inasprita così tanto che uno degli azionisti della compagnia, Charles Larry Crews, ha fatto causa a Rivian per non aver informato gli azionisti del fatto che i prezzi a listino erano troppo bassi.

Secondo Crews, la compagnia avrebbe intenzionalmente alzato il prezzo dei suoi veicoli solo dopo l’IPO dello scorso novembre; la decisione di aumentare il prezzo dei modelli Rivian “rovinerebbe la reputazione della compagnia, che ad oggi è sempre stata trasparente e affidabile”. In seguito all’aumento dei prezzi di listino ben 55,400 prenotazioni sono state cancellate, andando ad aggiungere ulteriori problemi a una situazione tutt’altro che rosea.