Senza incentivi le auto elettriche non vendono e Mirafiori si ferma un mese

Stellantis sospende la produzione a Mirafiori per maggio; senza una diversificazione del parco, sembra difficile resistere alle necessità del mercato.

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a cura di Luca Rocchi

Managing Editor

Il comparto automobilistico italiano affronta una nuova sfida con l'annuncio della chiusura temporanea delle Carrozzerie di Mirafiori, storico sito produttivo di Stellantis, noto per la produzione di veicoli di punta come la Fiat 500 elettrica e diversi modelli Maserati. Secondo quanto comunicato dai sindacati, il blocco dell'attività produttiva si estenderà per l'intero mese di maggio, con la previsione di una ripresa il 3 giugno, salvo ulteriori aggiornamenti.

La decisione di Stellantis di ricorrere nuovamente alla cassa integrazione per il periodo di fermo ha destato preoccupazione tra i lavoratori e le parti sociali. Circa 2.200 dipendenti delle Carrozzerie di Mirafiori si trovano a dover affrontare una situazione di incertezza, nonostante fossero già in atto misure di sostegno come i contratti di solidarietà, estesi fino a fine agosto per la linea della 500 elettrica e fino alla fine dell'anno per quelle dedicate a Maserati.

Una delle ragioni principali alla base di questa decisione sembra essere legata alla mancata attivazione di nuovi incentivi governativi, cruciali per incentivare la domanda della Fiat 500 elettrica. La domanda di veicoli elettrici, infatti, risente di un generale rallentamento non solo in Italia, ma su scala globale, portando Stellantis a valutare strategie volte a stimolare l'interesse dei consumatori verso queste innovative soluzioni di mobilità.

Tuttavia, questa interruzione produttiva non viene vista di buon occhio dal punto di vista sociale. Rappresentanti dei lavoratori come Edi Lazzi, segretario generale della Fiom Cgil di Torino, e Gianni Mannori, responsabile di Mirafiori per la Fiom Cgil, hanno espresso il loro dissenso, definendo la situazione come "l'ennesimo schiaffo" alle lavoratrici, ai lavoratori, e all'intera comunità di Torino. L'impatto economico di questa fermata si preannuncia significativo, con possibili ripercussioni negative sull'indotto.

La chiusura mette in luce anche la necessità per Stellantis di diversificare la sua offerta produttiva presso lo stabilimento di Mirafiori. La dipendenza da un singolo modello o da una ristretta gamma di veicoli rende particolarmente vulnerabile la produzione in caso di cali di domanda. Al di là dei reparti di produzione diretta, anche quelli di supporto come il riciclo componenti, i cambi ibridi e il test delle batterie si rivelano non determinanti ai fini del rilancio dell'attività produttiva e dell'uscita dai meccanismi di sostegno come la cassa integrazione.

Di fronte a questo scenario, i sindacati chiedono all'amministrazione pubblica di intervenire con urgenza, sollecitando il CEO di Stellantis, Carlos Tavares, ad aprire un tavolo di negoziazione con le rappresentanze dei lavoratori. L'obiettivo è quello di trovare soluzioni condivise che possano garantire il rilancio della produzione e la tutela dell'occupazione presso uno degli stabilimenti più significativi del panorama automobilistico italiano.

La situazione di Mirafiori si configura quindi come un caso emblematico delle sfide che l'industria automobilistica sta affrontando nell'era della transizione energetica. Le incertezze legate allo sviluppo del mercato dei veicoli elettrici, insieme alla necessità di garantire sicurezza occupazionale a migliaia di lavoratori, richiedono un impegno coordinato tra aziende, sindacati, e istituzioni. Questo episodio sottolinea l'importanza di strategie industriali sostenibili e inclusive, capaci di navigare le complessità di un settore in continua evoluzione.