Stanford scopre come allungare la vita delle batterie del 30%

I ricercatori dell'Università di Stanford hanno fatto una scoperta che potrebbe migliorare in modo netto la durata delle batterie al litio.

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a cura di Francesco Daghini

La notizia delle ultime ore ha dell’incredibile: una ricerca condotta presso l’Università di Stanford avrebbe scoperto come aumentare la vita delle batterie al litio fino al 30%, così da avere prestazioni migliori e costanti anche sul lungo periodo.

La diffusione delle auto elettriche è dovuta senza ombra di dubbio ai costanti miglioramenti tecnologici che sono stati ottenuti in merito a batterie e motori elettrici; parlando di batterie, la loro durata nel tempo è uno degli elementi su cui si nutrono ancora molti dubbi, ma tutto ciò potrebbe cambiare nei prossimi anni grazie ad una scoperta fatta dallo Slac Nation Accelerator Laboratory, all’interno del Dipartimento dell’Energia dell’Università di Stanford, in California.

La scoperta dei ricercatori americani potrebbe avere dei risvolti importantissimi sul mercato delle auto elettriche e non solo, perché si riferisce a tutte le batterie agli ioni di litio che utilizziamo quotidianamente: quando una batteria invecchia, al suo interno si formano delle piccole zone di litio inattivo che non interagisce più con gli elettrodi, andando quindi a ridurre la capacità complessiva di assorbimento energetico. Mettendo queste aree inattive a contatto con l’anodo della batteria si riesce però a riattivarle e riportarle al loro stato originale, rallentando in modo sensibile il processo di degradazione della batteria stessa.

Fino ad oggi gli esperti e gli studiosi erano convinti che il litio inattivo fosse dannoso per le batterie, ma questa scoperta ribalta completamente la situazione; riportando in vita questo litio, non solo si scongiurano malfunzionamenti futuri, ma si mantiene praticamente intatta la capacità della batteria per molto più tempo rispetto a quanto si prevede sulle batterie odierne.

Per il momento la scoperta non è stata testata sul campo ma solo attraverso simulazioni computerizzate, ma gli scienziati coinvolti nel processo non hanno dubbi: una volta modificati nel modo corretto i protocolli di carica e scarica, si potranno indurre le zone di litio inattivo a muoversi al fine di riattivarsi. Senza dubbio ci vorrà tempo prima che una tale scoperta possa essere messa in pratica su batterie vendute al pubblico, ma questo tipo di scoperte ci ricorda come la ricerca sulle batterie abbia ancora molto da dare in termini di avanzamento tecnologico.