Jean Philippe Imparato, responsabile europeo di Stellantis, ha dipinto un quadro allarmante durante gli Stati Generali dell'Energia di Forza Italia, dove ha illustrato come la convergenza di costi energetici insostenibili e normative europee sempre più stringenti stia mettendo in ginocchio il settore. Le cifre che ha presentato delineano una crisi di competitività senza precedenti, con il rischio concreto di perdere migliaia di posti di lavoro se non si interviene con urgenza.
Il caso più emblematico riguarda lo stabilimento di Atessa, che secondo Imparato potrebbe essere costretto alla chiusura se l'azienda non riuscirà a rispettare gli obiettivi di vendita per i veicoli elettrici. La matematica è spietata: per raggiungere il 20% di vendite elettriche richiesto dalla normativa europea, separando autovetture e veicoli commerciali, Stellantis dovrebbe conquistare una quota di mercato del 60% nel segmento commerciale. "Chi fa il 60% di quota in un mercato competitivo come il nostro?", si è domandato retoricamente il manager, spiegando che ogni punto percentuale mancato comporta una multa di 150 milioni di euro.
La situazione energetica rappresenta un ulteriore macigno sulla competitività del settore italiano. Mentre in Francia il megawattora costa 65 euro e in Spagna 80 euro, in Italia la bolletta energetica supera i 180 euro per MWh. "A 180 euro la competitività è ammazzata", ha dichiarato senza mezzi termini Imparato, evidenziando come questa disparità di costi renda impossibile qualsiasi strategia industriale a lungo termine. Nonostante Stellantis sia riuscita a ridurre i consumi del 30% con l'obiettivo di arrivare al 50%, questi sforzi di efficientamento risultano vanificati dal differenziale energetico con gli altri Paesi europei.
Un dato che fotografa perfettamente la crisi del settore è la drastica riduzione dell'offerta di automobili accessibili. Nel 2019 il mercato europeo poteva contare su 49 modelli sotto i 15.000 euro, mentre oggi ne rimane soltanto uno. Questa contrazione dell'offerta è direttamente collegata all'aumento degli oneri normativi, che hanno reso antieconomica la produzione di vetture di segmento basso. L'omologazione di modelli come la Fiat 500 o la Lancia Ypsilon costa oggi 2.000 euro, senza considerare il peso delle "strumentazioni inutili" imposte dalla regolamentazione.
La proposta avanzata da Imparato riprende un'idea del presidente di Stellantis John Elkann: rinnovare il parco circolante europeo puntando sui 150 milioni di veicoli che hanno più di dieci anni sui 256 milioni totali. L'obiettivo sarebbe sostituire 15 milioni di auto all'anno con qualsiasi alimentazione green, sfruttando le capacità produttive dell'industria continentale. "Per fare questo servirebbe una decisione di cinque minuti", ha sottolineato il manager, evidenziando come spesso manchino la volontà politica e la visione strategica necessarie.
Il rischio di multe per il gruppo ammonta a 2,5 miliardi di euro nei prossimi 2-3 anni, una cifra che secondo Imparato potrebbe determinare la chiusura di interi stabilimenti. "Cosa vogliamo fare per evitare di uccidere l'industria?", ha chiesto provocatoriamente, avvertendo che senza cambiamenti significativi "dovremmo prendere decisioni importanti, come la chiusura delle fabbriche".
Sul fronte specifico del marchio del Tridente, Imparato ha voluto rassicurare su quella che considera una priorità strategica per il gruppo. "Io non mollo, ho sentito tante cose sulla vendita", ha dichiarato, ribadendo l'impegno a "mantenere Modena, mantenere Maserati e fare il piano su Maserati". Il manager ha però ammesso che i piani originali basati sull'elettrificazione al 100% si sono rivelati inadeguati, rendendo necessario un ripensamento della strategia di sviluppo del brand di lusso.
Una delle soluzioni allo studio prevede maggiori sinergie con Alfa Romeo, riprendendo un modello di collaborazione che aveva funzionato in passato. "Mi piacerebbe che Alfa Romeo e Maserati lavorassero di più insieme come in passato", ha spiegato Imparato, ricordando come dieci anni fa i due marchi italiani collaborassero strettamente. Tuttavia, ha precisato che tornerà sull'argomento solo quando avrà "qualcosa di serio, di pubblico e definitivo" da annunciare.