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Suzuki Swift Sport Hybrid cosa ci piace cosa no | La nostra prova

Con Swift Sport Hybrid, Suzuki introduce sul mercato una hot-hatch sportiva attenta all'ambiente con consumi da aspirata; l'abbiamo provata su un percorso misto di oltre 1.000 km.

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Avatar di Luca Rocchi

a cura di Luca Rocchi

Managing Editor

Pubblicato il 03/11/2022 alle 13:09 - Aggiornato il 07/11/2022 alle 14:01
Giunta ormai alla sua sesta declinazione, Swift è una compatta due volumi disponibile sul mercato da oltre 30 anni; nel corso di questo lunghissimo periodo, il costruttore nipponico è riuscito a mutarla radicalmente arrivando anche ad introdurre propulsori elettrificati più vicini all’ambiente e quello che le normative anti inquinamento ora impongono. La sesta serie, oggetto di questa prova, è stata presentata ufficialmente al 87esimo Salone di Ginevra nel marzo del 2017 e ad oggi è ancora disponibile.
 

Costruita sulla piattaforma Heartect, la medesima di Suzuki Baleno e Ignis, beneficia di alcune piccoli accorgimenti che le hanno permesso di fermarsi a circa 900 kg di peso, a seconda della versione presa in esame. Suzuki Swift è acquistabile in diverse motorizzazioni, per lo più ereditate dai modelli del medesimo marchio, tra cui la variante Sport, ora anche Hybrid, da 129 cavalli oggetto di questa prova. 

Prima di analizzare in dettaglio gli aspetti ci hanno più entusiasmato, è necessario fare una premessa rispetto al modello precedente, Sport, sprovvisto di modulo ibrido. La passata declinazione, infatti, beneficiava del medesimo propulsore con una potenza di 140 cavalli e un peso leggermente inferiore; in altre parole Suzuki, per sottostare alle regole anti inquinamento ed evitare di seguire la stessa strada di Jimny (ovvero il cambio di omologazione), ha cercato la formula migliore per non compromettere il peso e, al tempo stesso, il divertimento. Gli appassionati più legati al marchio potrebbero qui storcere il naso, ma il costruttore è riuscito a bilanciare bene i pesi e nonostante il cambio di erogazione, Swift Sport Hybrid rappresenta ad oggi una vettura piuttosto divertente.  

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Cosa ci convince 

Lo abbiamo precisato in più occasioni, anche se il design è un aspetto puramente soggettivo, l’aspetto estetico di questa Swift Sport Hybrid è decisamente apprezzabile e accattivante. I paraurti, anteriore e posteriore, integrano un piccolo lip in cartonio che regala alla vettura un aspetto più sportiveggiante. La fanaleria è di ultima generazione e permette una visibilità ottimale in tutte le situazioni.  

Tra gli altri elementi che abbiamo apprezzato, troviamo il sistema propulsivo e la dinamica di guida da compatta pepata (nonostante i 129 cavalli). Il motore, 1.4 turbo ibrido da 129 cavalli, è stato interamente sviluppato in casa Suzuki e permette, al tempo stesso, divertimento e un consumo di carburante ridotto. La parte elettrica da 48V produce energia in supporto al propulsore endotermico, fornendo una spinta costante da 2.000 a 3.000 giri al minuto offrendo una spinta avvertibile sul sedile.  

L’assetto non è troppo rigido e permette un utilizzo cittadino senza problemi, mentre lo sterzo è molto progressivo sposandosi bene con le restanti componenti della vettura. Ottimo anche il cambio, a sei rapporti, meccanico e con innesti “fisici” e rumorosi. Nonostante le dimensioni e i 3.7 metri di lunghezza, Swift Sport Hybrid offre una buona abitabilità per quattro persone e un baule nella norma (265 litri). Ottimi anche i sedili anteriori, contenitivi il giusto senza apparire troppo scomodi nella guida di tutti i giorni. 

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Cosa non ci convince 

Sebbene Suzuki abbia speso tempo e risorse nello sviluppo di un nuovo propulsore più vicino all’ambiente, il costruttore non sembra aver rinnovato al tempo stesso anche gli interni; quest’ultimi, infatti, li avremmo apprezzati con materiali più morbidi e “nobili”. In ogni caso, crediamo che il brand abbia deciso di lasciarli inalterati per bilanciare l’incremento di prezzo dato dall’inserimento dell’unità ibrida che notoriamente lievita il prezzo finale dell’auto. 

Un altro aspetto che ci ha lasciato con l’amaro in bocca è il sistema di intrattenimento che mostra le informazioni su un display di dimensioni contenute e non direttamente collegato al display multifunzione installato davanti al volante. Android Auto e Apple CarPlay funzionano tuttavia egregiamente, senza problemi o impuntamenti. A cercar il pelo nell’uovo, c’è un altro piccolo aspetto che ci lasciato “sorpresi”; l’assenza di un indicatore di marcia. Non è possibile sapere quale marcia sia innestata. 

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Come si guida 

Swift Sport Hybrid, come anticipato, è una compatta pepata divertente e da usare tutti i giorni senza problemi; l’assetto è rigido ma non troppo, mentre il volante e i numerosi controlli alla guida permettono un utilizzo piacevole senza troppe limitazioni. Interessante anche la presenza di un Cruise Control Adattivo, una vera chicca se pensiamo che l’auto è dotata di un cambio manuale. 

I consumi sono unici nel segmento poiché il motore è un piccolo gioiello di meccanica; Suzuki in questo contesto ha pensato proprio a tutto integrando condotti di aspirazione a lunghezza ridotta e collettori di scarico integrati nella testa del motore per ottimizzare la combustione. Inoltre è stata modificata anche la wastegate, la valvola deputata al controllo della pressione della turbina, qui con apertura variabile in relazione del gas.

In altre parole, con velocità ridotte, la valvola rimane aperta, mentre a full-gas si chiude completamente per aumentare la pressione e favorire il turbo. Nonostante la struttura del motore, Swift Sport Hybrid consuma a tutti gli effetti come un aspirato e nella nostra percorrenza mista, di oltre 1.000 km, abbiam registrato una media invidiabile di 19 km/l. 

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Conviene? 

Suzuki Sport Hybrid ha un prezzo di listino di 25.400 euro, ora scontato sul sito ufficiale a 23.200 euro. La piccola di Suzuki si posiziona in un segmento mercato estremamente ricco di opportunità ma, al momento, è l’unica hot-hatch ibrida con un’impronta sportiva. A nostro parere è un’ottima soluzione per chi cerca sportività, consumi ridotti e una buona abitabilità; se gli interni tuttavia rappresentano un elemento fondamentale nella scelta, potreste restar delusi perché qui sono “di sostanza” e non troverete LED, lucine, schermi da decine di pollici e personalizzazioni capillari.  

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