Unrae, Federauto e Anfia: necessarie nuove misure per la mobilità green

Unrae, Anfia e Federauto fanno un appello al Governo per far si che al centro dei prossimi piani ci sia la mobilità e la sostenibilità. Il post pandemia ha inevitabilmente bisogno di incentivi.

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a cura di Valentina Acri

La pandemia da Covid-19 ha inevitabilmente trasformato l’andamento dell’economia mondiale colpendo i diversi settori in modo piuttosto eterogeneo. Al fine di superare la grave crisi che l’emergenza sanitaria da coronavirus sta tuttora portando avanti, confermata da un'evidente caduta della domanda, Anfia, Unrae e Federauto chiedono congiuntamente l'intervento mirato del Governo.

Le associazioni sottolineano dunque quanto siano ad oggi fondamentali manovre mirate che possano avere un ruolo decisivo per la ripresa del mercato. Non a caso, Anfia, Unrae e Federauto sull’analisi dell’attuale situazione del settore automobilistico chiedono aiuti necessari sia per garantire la sostenibilità economica che per il proseguire della transizione energetica. Nel corso di una conferenza stampa congiunta che ha ospitato gli interventi dei tre presidenti delle associazioni, Michele Crisci di Unrae, Paolo Scudieri di Anfia e Adolfo De Stefani Cosentino di Federauto, le parti hanno colto l’occasione per tracciare il quadro dell’attuale situazione in cui versa il settore automotive.

La transizione ecologica è già cominciata, ma va guidata perché deve assicurare il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale e, allo stesso tempo, la sostenibilità economica. Visto che la pandemia si è insinuata in questo contesto di cambiamento, c’è bisogno, innanzitutto, di un piano emergenziale di breve periodo, ma anche di una strategia a lungo termine per la mobilità sostenibile, ha dichiarato Michele Crisci.

É stata più volte sottolineata la necessità di un piano strategico per l’automotive che assicuri la sostenibilità ambientale e lo sviluppo economico della filiera e del Paese. Le stesse, partono da una richiesta congiunta concreta, ovvero rifinanziare gli incentivi destinati alle auto con emissioni di CO2 nella fascia 61-135 g/km, i cui fondi sono inevitabilmente destinati ad esaurirsi nel breve periodo. In tale prospettiva è stato inoltre chiesto come misura di supporto al mercato un adeguamento del fringe benefit per i veicoli aziendali.

I numeri parlano chiaro: 1,25 milioni di addetti, 344 miliardi di fatturato, pari al 20% del PIL nazionale, 76,3 miliardi di gettito fiscale per lo Stato. Gli effetti della pandemia sono sotto gli occhi di tutti. “Il mercato dell’auto nel 2020 ha perso 535 mila unità rispetto al 2019, ma senza incentivi sarebbero state 100.000 in meno. Anche i veicoli commerciali hanno venduto 28mila unità in meno ,ha in seguito spiegato il presidente di Unrae.

Da parte di Paolo Scudieri, dell'Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica, non sono mancate parole relative agli effetti verificatisi sulla produzione dell’auto. Al proposito ha infatti dichiarato:

Una perdita del 15% nel 2020 rispetto al 2019. Nel terzo e quarto trimestre, però, gli incentivi hanno dato una sferzata al mercato, determinando una ripresa. Se si confronta il calo del mercato, -27%, con quello della produzione, vediamo che quest’ultima ha retto bene.

Non a caso, sulle misure incentivanti la filiera auto ha avanzato la richiesta di una stabilizzazione dell’ecobonus almeno fino al 2026. Dal punto di vista fiscale, inoltre, la proposta è stata quella di intervenire sulla detraibilità dell’iva al fine di incrementare la diffusione delle auto aziendali, seguendo l’esempio di Paesi come Germania e Francia. Congiuntamente, non è mancata la proposta di una rimodulazione del bollo auto per il periodo 2022/2026 con l’obiettivo di premiare le auto green.

Un’accelerazione cominciata tra luglio e agosto dello scorso anno e che ha contribuito ad avviare la sostituzione di un parco vetusto, insicuro e inquinante. Gli incentivi hanno anche dato una spinta alla riduzione delle medie di emissioni di CO2: se nel 2019 queste ultime erano rimaste stabili, da luglio a dicembre 2020 c’è stata un’accelerazione della diminuzione, fino ad arrivare alla soglia di 98,5 grammi, ha spiegato Crisci.

I dati recentemente diffusi mostrano come, per la prima volta, a febbraio 2021 in Italia le motorizzazioni ibride hanno superato quelle diesel in termini di quota di mercato. Unrae, Anfia e Federauto sperano dunque che venga presto riconosciuto al settore delle quattro ruote il ruolo che merita maggiormente. Le stesse sottolineano infatti la necessità di costruire una task force di collaborazione e confronto con le istituzioni, per semplificare gli strumenti della politica industriale e ottenere sostegno per la ricerca e sviluppo e la riconversione dell’industria della componentistica e, tuttavia, in vista della transizione energetica, una riqualificazione delle competenze.

In altre parole, Unrae, Federauto e Anfia chiedono con urgenza un piano strategico che assicuri la sostenibilità ambientale e lo sviluppo economico della filiera e del Paese, congiuntamente ad incentivi strutturali per il rinnovo del parco circolante, privato e pubblico, per trasporto persone e merci che possa essere ulteriormente agevolato da piano dedicato alle infrastrutture di ricarica, per l’ammodernamento del Paese e l'accelerazione della transizione.

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