Quando parliamo di 5G, il vero punto di rottura riguarda la capacità degli operatori di creare reti "intelligenti" e modulari, che sappiano adattarsi dinamicamente alle esigenze specifiche di ciascun utente o settore industriale. Questa trasformazione poggia sull'implementazione del 5G Standalone, un'architettura che finalmente permette di abbandonare la logica dei pacchetti dati indifferenziati per abbracciare un modello di servizio personalizzato e garantito.
L'accelerazione del 2025 è particolarmente significativa: una quota rilevante dei servizi commerciali è stata lanciata proprio quest'anno. Le applicazioni spaziano dalla gestione di grandi eventi sportivi, dove migliaia di spettatori richiedono connessioni stabili simultanee, fino a soluzioni aziendali complesse che necessitano di connettività garantita per processi produttivi critici. Questo approccio permette agli operatori di differenziarsi dalla concorrenza e di giustificare tariffe premium basate sul valore reale del servizio offerto piuttosto che sulla semplice quantità di gigabyte disponibili.
C'è da dire poi che la competizione globale sulle telecomunicazioni ha assunto negli ultimi anni una dimensione geopolitica che trascende i puri aspetti tecnologici ed economici. Il controllo delle infrastrutture di rete è diventato una questione di sovranità nazionale, con governi che limitano l'accesso ai propri mercati ai fornitori considerati potenziali minacce alla sicurezza. Questo clima di sospetto reciproco rischia di frammentare nuovamente il panorama globale, rallentando l'innovazione e aumentando i costi per gli utenti finali. Un dettaglio riguarda la numerologia delle reti 5G, un termine tecnico che indica la struttura temporale delle trasmissioni. A differenza delle generazioni precedenti con parametri fissi, il 5G introduce configurazioni flessibili che permettono di ottimizzare la rete per scenari diversi: dalle comunicazioni ultra-affidabili a bassa latenza per applicazioni industriali, alla banda larga mobile estrema per lo streaming in altissima definizione, fino alle connessioni massive per l'IoT.
I numeri più recenti
Il panorama mondiale registra numeri importanti: oltre novanta operatori hanno già attivato commercialmente o in modalità "soft launch" le proprie infrastrutture 5G Standalone. Questo dato, emerso dall'ultima edizione del Mobility Report di Ericsson, segna una crescita esponenziale rispetto ai dodici mesi precedenti. La differenza sostanziale rispetto alle generazioni precedenti risiede nella possibilità di implementare il network slicing, per riservare porzioni dedicate della rete a specifici gruppi di utenti o applicazioni, assicurando livelli di prestazione che prima erano semplicemente impossibili da garantire.
I ricercatori di Ericsson hanno individuato più di cento implementazioni concrete di network slicing attualmente operative nel mondo. La maggior parte di questi progetti ha ormai superato la fase sperimentale per trasformarsi in offerte commerciali vere e proprie, rivolte sia ai consumatori finali che alle imprese. Gli operatori stanno monetizzando questi servizi attraverso abbonamenti premium o pacchetti aggiuntivi che garantiscono prestazioni superiori in termini di latenza, velocità e affidabilità della connessione.
Parallelamente alla diffusione del 5G, emerge ancora il Fixed-Wireless Access come alternativa concreta alle connessioni fisse tradizionali. Le proiezioni indicano che entro il 2031 quasi un miliardo e mezzo di persone utilizzerà tecnologie FWA per accedere alla banda larga, con la stragrande maggioranza di queste basate su infrastrutture 5G. Gli operatori stanno già adottando modelli di pricing differenziati in base alla velocità, replicando le strategie commerciali tipiche della fibra ottica e offrendo così un'opzione flessibile per chi non può accedere a collegamenti fisici ad alta velocità. C'è da sottolineare però che se si vive in un'area coperta da fibra, anche FTTC, ad oggi gli operatori nazionali non danno l'opportunità di optare per il FWA.
Le proiezioni a lungo termine dicono che entro la fine del 2031 si prevedono oltre 6,4 miliardi di abbonamenti 5G attivi globalmente, pari a circa due terzi di tutte le SIM mobili in circolazione. Il traffico dati continua a crescere a ritmi sostenuti, trainato da giganti demografici come Cina e India, e la versione Standalone del 5G gestirà la quota preponderante di questo volume. Le stime indicano un tasso di crescita annuale che si manterrà costante per tutto il decennio, con il 5G che arriverà a gestire quasi la totalità del traffico mobile.
Lo sguardo si spinge già verso la prossima frontiera tecnologica. Sebbene il ciclo del 5G sia ancora nel pieno del suo sviluppo, le previsioni includono già l'arrivo del 6G, con le prime implementazioni commerciali attese entro il 2031. Si stima che a quella data ci saranno già 180 milioni di abbonamenti attivi sulla rete di sesta generazione, un numero che potrebbe crescere sensibilmente se il lancio dovesse anticipare rispetto ai cicli storici o se i dispositivi IoT dotati di intelligenza artificiale integrata dovessero diffondersi più rapidamente del previsto.
L'Europa, tuttavia, rischia di trovarsi nuovamente in ritardo rispetto ai mercati più dinamici. Le proiezioni indicano uno scarto temporale di circa dodici mesi nel lancio commerciale del 6G rispetto alle aree geografiche più avanzate. Questo ritardo affonda le radici nell'implementazione ancora incompleta dell'attuale standard Standalone sul territorio europeo, un gap che potrebbe penalizzare la competitività del continente nell'era della connettività avanzata. La sfida per gli operatori e i regolatori europei sarà recuperare terreno accelerando gli investimenti infrastrutturali ed eliminando gli ostacoli burocratici che rallentano il dispiegamento delle nuove tecnologie di rete.