Anthropic, una delle startup più promettenti nel campo dell'AI, ha accettato di creare un fondo da 1,5 miliardi di dollari per risarcire gli autori le cui opere sono state utilizzate senza autorizzazione per addestrare i propri modelli di linguaggio. Questa decisione, emersa dalla causa intentata da tre scrittori americani, segna il più grande risarcimento per violazione del copyright mai ottenuto negli Stati Uniti e potrebbe rappresentare solo l'inizio di una serie di contenziosi che cambieranno per sempre il panorama tecnologico.
La vicenda ha origine dalle pratiche adottate da Anthropic per costruire il proprio corpus di addestramento, un processo che ha seguito una strategia tanto sistematica quanto discutibile.
L'azienda ha ammesso di aver acquistato milioni di libri fisici per poi digitalizzarli, ma la questione si è complicata quando è emerso che aveva anche scaricato opere piratate da fonti note per la distribuzione illegale di contenuti. Library Genesis e Pirate Library Mirror, due delle più grandi biblioteche digitali non autorizzate al mondo, sono diventate fonti preziose per alimentare gli algoritmi dell'azienda.
Andrea Bartz, Charles Graeber e Kirk Wallace Johnson, i tre autori che hanno intentato la causa, hanno evidenziato come questa pratica rappresenti una violazione sistematica dei diritti d'autore. Il tribunale ha dato ragione parzialmente ad entrambe le parti: da un lato ha stabilito che la scansione di libri può rientrare nel fair use e che creare "opere trasformative" attraverso modelli linguistici è legalmente accettabile, dall'altro ha riconosciuto che l'utilizzo consapevole di materiale piratato costituisce una violazione della legge.
Un precedente da 1,5 miliardi che cambierà tutto
L'accordo raggiunto stabilisce un valore di 3.000 dollari per ogni libro piratato utilizzato nell'addestramento, una cifra che potrebbe sembrare modesta per singolo volume ma che, moltiplicata per centinaia di migliaia di opere, ha portato alla creazione del fondo miliardario. Anthropic si è inoltre impegnata a distruggere tutte le opere piratate precedentemente utilizzate, una clausola che avrà implicazioni pratiche significative per il futuro sviluppo dei suoi modelli.
Gli avvocati dei querelanti hanno sottolineato come questo accordo "stabilirà un precedente per le aziende di intelligenza artificiale che dovranno pagare per l'utilizzo di siti web presumibilmente piratati". Una dichiarazione che suona come un monito per tutto il settore, considerando che giganti come OpenAI e Perplexity AI si trovano ad affrontare cause simili.
Daryl Plummer, analista di Gartner, ha previsto una trasformazione radicale del panorama legale per le aziende di intelligenza artificiale. Secondo la sua analisi, il settore sarà costretto a costituire veri e propri "fondi di riserva" per gestire non solo le violazioni del copyright, ma anche altri tipi di contenziosi legali.
C'è una previsione particolarmente allarmante: "I decessi causati dall'AI aumenteranno del mille percento", riferendosi ai casi in cui persone seguono consigli errati forniti da sistemi di intelligenza artificiale, spingendo i familiari a cercare risarcimenti.
La vicenda fa parte di uno scenario molto più ampio, che vede le aziende sul banco degli imputati, accusate di usare illecitamente materiale protetto da copyright - dall'altra parte gli autori di tutto il mondo.
E a ben guardare questa potrebbe essere una buona notizia per queste aziende. È infatti abbastanza ovvio che usare materiale piratato non sia accettabile, ma la vera notizia forse è che è stata approvata l'idea di usare materiali protetti per l'addestramento, purché siano stati regolarmente acquistati.
Secondo la ratio di questa sentenza, dunque, Antrhopic, ma anche OpenAI, Google e le altre aziende, potrà continuare a usare materiale protetto, spendendo relativamente poco.
Certo, queste stesse aziende hanno affermato in passato che pagare per le opere renderebbe il business insostenibile, ma è un'affermazione su cui è lecito dubitare. Quasi certamente possono pagare le licenze e continuare ad arricchirsi, senza notare grosse differenze.
Le implicazioni finanziarie per il futuro dell'AI
Anthropic può permettersi questo esborso grazie ai 13 miliardi di dollari di finanziamenti annunciati proprio la settimana scorsa, una coincidenza temporale che evidenzia come gli investitori stiano già considerando questi costi legali come parte integrante del business model delle aziende AI.
Il tribunale dovrà ancora approvare formalmente l'accordo, ma i giudici raramente respingono questo tipo di richieste quando le parti hanno raggiunto un'intesa.
Questa vicenda rappresenta molto più di una semplice causa legale: è il segnale di un cambiamento epocale che costringerà l'intero ecosistema dell'intelligenza artificiale a ripensare le proprie strategie di sviluppo. Con diversi altri contenziosi in corso e la crescente attenzione delle autorità verso le pratiche di raccolta dati, il costo dell'innovazione nel campo dell'AI potrebbe aumentare drasticamente, ridefinendo gli equilibri competitivi del settore.