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Application economy, digital identity e sicurezza: elementi indissolubili per la crescita

Ca Technologies analizza gli aspetti della application economy, fino a oggi ancora frenata dagli aspetti della sicurezza a tutela di quella identità digitale la cui gestione ottimizzata porterebbe a vantaggi per aziende e clienti

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a cura di Loris Frezzato

Pubblicato il 13/02/2015 alle 10:34 - Aggiornato il 15/03/2015 alle 09:57

L'application economy rappresenta per le aziende un potenziale di grande sviluppo, ma come un motore di grande potenza, necessita di garantire un'operatività in sicurezza per potersi calare nelle delicate logiche del business.

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Su questo tema ragiona Ca Technologies, ben consapevole dell'evoluzione nelle modalità di interazione dei clienti, con aziende ormai sempre più orientate a valorizzare il proprio lato di software company.

"A parte il caso di Amazon, si tratta di un processo che interessa anche aziende come Nike e Tesco, per esempio, spinte a spostare sul lato software parte dei propri servizi e relativo business - evidenzia Marco Comastri, president Emea di Ca Technologies -. E prova ne è che oggi l'application technology sta comportando un aumento del 22% degli investimenti, trainandosi, però, una problematica da risolvere: quella della sicurezza, che potrebbe rappresentare un ostacolo allo sviluppo. Un aspetto ritenuto di freno per l'adozione dell'application economy, un po' in tutti i Paesi europei".

Marco Comastri - president Emea di Ca Technologies

La sicurezza diventa, quindi, elemento abilitante per lo sviluppo del business, con particolare attenzione alla protezione contro la violazione dei dati, a rendere sicura e ottimizzata l'esperienza mobile e, in particolar modo, la digital identity. Ponendo i vendor nella condizione di dovere trovare un corretto equilibrio tra le tecnologie che consentono l'interazione con i clienti e gli strumenti atti ad assicurare la protezione dei loro dati personali. 

Web services, cloud, social media, app mobile, IoT, e-commerce, interazioni con partner, clienti e dipendenti e l'uso crescente delle applicazioni on premise, sono tutti aspetti che contribuiscono alla digital identity, generando dati che devono essere gestiti in sicurezza. 

Un'identità digitale che è perno centrale dell'application economy, come sottolinea Paul Ferron, director, security solutions Emea di Ca Technologies: "La connettivitá ubiqua, impone una gestione della grande mole di dati che ruota intorno alla digital identity, per poterne effettuare una puntuale analisi dei dati. E le fonti di tali dati sono davvero tante: dalle transazioni online, i social media, fino al'Internet of things, rendendo la digital identity nell'era dell'economia condivisa complessa da gestire". E riuscire a mettere in sicurezza questi aspetti consentirebbe di offrire un migliore servizio ai clienti, un marketing più efficiente e innovazione, ovviamente assicurando protezione della privacy e il controllo dei dati personali. 

Si tratta di un mercato complessivo che, se adeguatamente gestito, potrebbe dare un forte contributo all'economia europea, calcolando in 330 miliardi euro i benefici economici entro il 2020 per le aziende, mentre per i clienti, volendo quantificare il risparmio economico e di tempo, potrebbero ammontare a 670 miliardi di euro. 

Mauro Solimene, vice president security solutions Emea di Ca Technologies

"La digital identity consente ai clienti e alle aziende di avere delle esperienze personalizzate di acquisto - interviene Mauro Solimene, vice president security solutions Emea di Ca Technologies -, come la possibilitá di automatizzare le transazioni attraverso smartphone, migliorare la consegna di prodotti e servizi, come farmaci o servizi sanitari, con la garanzia di avere una protezione dei dati personali. Guidando, in definitiva, l'innovazione. Una corretta sicurezza di tali aspetti consente pertanto di valorizzare la propria digital identity nei confronti dei fornitori terze parti, diventando, oggi, il nuovo "perimetro" da controllare, e non più l'end point o la rete". Fondamenti che stanno alla base per un concreto e proficuo sviluppo del BYOD, di cui aumentarne le opportunità sia per i fornitori, sia per chi ne fruisce, con la possibile nascita di nuove figure, come gli Identity Provider, terze parti affidabili delegate a validare l'identità digitale, ponendo il cliente al centro delle strategie di business e creando nuove opportunità di business. 

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