Indagine Aruba: il 73% delle imprese non ha un piano di Disaster Recovery

L'indagine di Aruba e BVA Doxa evidenza una percentuale molto bassa di aziende che dispongono di un piano di Disaster Recovery

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a cura di Marina Londei

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In occasione dell'European Cyber Security Month Aruba e BVA Doxa hanno pubblicato i risultati di un'indagine relativa all'adozione di soluzioni di Disaster Recovery in Italia. I dati sono tutt'altro che rassicuranti: il 73% delle PMI italiane non ha un piano di recovery. Di queste, il 68% non è intenzionato a inserirlo neanche nel lungo periodo.

I piani di Disaster Recovery sono fondamentali per garantire una ripresa dell'attività in tempi brevi e limitare i danni economici. Il backup, essenziale per le operazioni di recupero dei dati, non deve essere considerato l'unico strumento per il recupero post-attacco. I sistemi devono essere in grado di tornare operativi nel minor tempo possibile.

Lorenzo Giuntini, CTO di Aruba, ha spiegato come il Disaster Recovery e il backup siano due soluzioni complementari e non esclusive: "Visti i pericoli, anche potenzialmente disastrosi, a cui si espone un’azienda priva di questi servizi, la strategia più corretta per la sua tutela è quella di implementare entrambe le soluzioni. Per farlo non esiste un’unica via: la scelta delle soluzioni e delle modalità più adatte passa attraverso un’attenta analisi dei rischi, la classificazione dei dati e la definizione del perimetro di protezione".

Ad oggi poco più di un'azienda su 4 è dotata di un piano di Disaster Recovery. Tra tutte le imprese intervistate sono gli esercizi pubblici a investire maggiormente sui piani di recupero: il 49% degli intervistati dispone di almeno un piano di recovery.

Le aziende non hanno ancora compreso l'importanza di definire un piano di recupero per la loro attività nonostante negli ultimi anni molte di esse hanno sperimentato una perdita di dati e down di sistema. Il downtime è stato in media di 2 giorni, un tempo davvero eccessivo. L'interruzione del servizio ha prodotto danni economici non quantificabili per il 43% degli intervistati.